Il governo marocchino ha imposto un divieto totale all’importazione, alla fabbricazione e alla commercializzazione del burqa in tutte le città e le località del regno.
Dopo Francia e Germania, ora è il turno del Marocco. Certo, il contesto culturale in cui questo divieto viene applicato è alquanto insolito: il paese è costituito in prevalenza da musulmani di fede sunnita che rappresentano il 97 per cento della popolazione, e l’Islam è appunto la religione ufficiale.
Almeno per il momento il divieto riguarda l’importazione o la produzione del burqa e non ci sono restrizioni per chi lo indossa.
Tale provvedimento è stato diramato dal ministero dell’Interno marocchino ed è arrivato tra domenica 8 e lunedì 9 gennaio sui banchi dei mercati rionali. Già nei giorni precedenti alcuni fabbricanti di burqa hanno ricevuto l’avviso per iscritto, con l’obbligo di cessare il confezionamento di questo tipo di abito e di sbarazzarsi degli stock, oppure di riconvertirli in altri vestiti.
Un foglio compilato dalle autorità locali e consegnato agli agenti di sicurezza ha raggiunto gli ambulanti, i grossisti, i sarti di quartiere, fino ad arrivare ai produttori industriali.
La misura prevede il divieto totale di produrre e vendere burqa e invita i commercianti e produttori a sbarazzarsi della merce e delle scorte entro le 48 ore successive.
“Chi contravviene a questa decisione, vedrà il sequestro delle merci e la chiusura del negozio”, si legge nel volantino diffuso dalla polizia.
I funzionari del ministero dell’Interno non hanno rilasciato dichiarazioni al momento circa le ragioni di questa decisione, ma hanno lasciato solo intendere che alla base vi siano motivi legati alla sicurezza.
Troppo spesso, infatti i malviventi usano il burqa per nascondere il loro volto e compiere azioni criminose nel paese. L’ordine per il momento colpisce solo i produttori e i rivenditori, e non riguarda le donne che possono decidere di indossarlo o meno.
Sui banchi dei mercati rionali di molte città marocchine, il burqa viene venduto al prezzo di 50-60 dirham (l’equivalente di 5 o 6 euro). Inoltre, è necessario precisare che questo indumento tipicamente di origine afghana viene venduto in Marocco nella sua versione rivisitata.
Non si tratta dell’abito lungo con la retina davanti agli occhi, ma solo di un copricapo, un velo più grande del foulard indossato dalle donne musulmane, con uno spazio per lasciare liberi gli occhi.
La decisione ha generato il dissenso tra alcuni gruppi conservatori, anche se indossare un velo integrale non è tradizione del Marocco, e la maggior parte delle donne musulmane nel paese indossano semplicemente l’hijab o il niqab.