In questi giorni si sta tenendo in India il Kalachakra, ovvero un ciclo di insegnamenti di buddismo presieduto dal Dalai Lama.
Questa è la trentaquattresima edizione del Kalachakra e si sta svolgendo a Bhod Gaya, nel nord dell’India, luogo in cui tradizionalmente si ritiene che sia avvenuta l’illuminazione del Buddha, dal 3 al 14 gennaio.
Più di centomila fedeli in arrivo da tutto il mondo si sono riuniti in questo centro per presenziare agli insegnamenti impartiti dal Dalai Lama, il capo del buddismo tibetano fortemente osteggiato dal governo cinese.
Negli ultimi mesi la Cina ha messo in atto severe misure per impedire ai fedeli tibetani di raggiungere il leader in esilio e prendere parte agli insegnamenti.
Stando all’organizzazione Free Tibet, le autorità cinesi a partire da ottobre 2016 hanno ritirato il passaporto di chi aveva già ottenuto un visto per raggiungere l’India e partecipare al Kalachakra.
In molte aree tibetane del Sichuan, Gansu e Qinghai (tre province del nordovest della Cina) poliziotti e forze armate si sono recati casa per casa per confiscare documenti di viaggio, asserendo che sarebbero stati restituiti solo a marzo 2017.
Nonostante gli sforzi del governo per impedire ai fedeli di partecipare al Kalachakra e ricevere la benedizione del Dalai Lama, circa un migliaio di tibetani sono riusciti a raggiungere l’India e Bodh Gaya dalle regioni occupate del Tibet.
Pechino si sta ora ritorcendo sulle famiglie di chi è riuscito ad arrivare a Bodh Gaya. Stando a Free Tibet, le autorità locali stanno minacciando di rimuovere i famigliari dei fedeli tibetani che stanno partecipando al Kalachakra da qualsiasi posto di lavoro pubblico, mentre in alcuni casi le minacce comprendono la cancellazione di servizi statali (quali istruzione e sanità) per i discendenti di chi sta prendendo parte all’evento per le tre generazioni a venire.
La scorsa edizione del Kalachakra si è tenuta a Ladakh, India, nel 2014, e i tibetani che vi parteciparono furono obbligati a prendere parte a delle lezioni di ‘ri-educazione politica’ una volta tornati in Tibet.
La diaspora tibetana è iniziata nel 1959 con la fuga del Dalai Lama dal Tibet in seguito all’occupazione cinese. Da allora, più di centomila tibetani hanno lasciato la regione, rifugiandosi principalmente in India e Nepal.
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