Il governatore della provincia di Kunduz in Afghanistan, Asadullah Amarkhil, ha annunciato che i Taliban, che nella notte tra il 2 e il 3 ottobre avevano attaccato la città, penetrando nelle aree urbane, sono stati respinti.
I combattimenti si sono interrotti e numerosi Taliban sono stati uccisi, addirittura “centinaia di combattenti”, secondo il capo della polizia di Kunduz Mohammad Qasim Jangalbagh.
I Taliban erano riusciti a entrare in città nella mattina di lunedì 3 ottobre e avevano conquistato alcune postazioni militari, ma nella sera le forze di polizia locale, con il supporto delle forze speciali dell’esercito sono riuscite a recuperare il terreno perso.
Nel 2015 Kunduz era già stata conquistata dai Taliban, in quella che era stato una delle principali vittorie nei confronti del governo appoggiato dall’occidente. I Taliban furono costretti ad abbandonare la città quattro giorni più tardi, ma il segnale nei confronti dell’esercito afghano era stato chiaro.
Da quando le truppe della coalizione internazionale hanno smesso di combattere attivamente in Afghanistan, i Taliban, infatti, hanno conquistato il controllo di ampie parti di territorio. L’esercito sta combattendo gli insorti in 34 province dell’Afghanistan, cioè in quasi la metà del territorio statale.
Kunduz è una delle più grandi città afghane ed è strategica per il controllo del nord del paese. Inoltre, ha un forte valore simbolico per i Taliban, perché è stata una roccaforte del loro potere prima dell’intervento degli Stati Uniti nel 2001.