La Bayer, il colosso chimico e farmaceutico tedesco che lo scorso anno ha comprato l’americana Monsanto, è stata condannata a pagare 80 milioni di dollari di danni. Una giuria federale ha stabilito che la società agrochimica deve essere ritenuta responsabile per il cancro che ha colpito un uomo californiano, determinato dall’uso del Roundup, il popolare diserbante Monsanto a base di glifosato.
La tesi è che il gruppo Usa non abbia mai messo adeguatamente in guardia sui rischi associati al pesticida.
La giuria composta da un gruppo di sei persone si è schierata con Edwin Hardeman, 70 anni, i cui avvocati hanno sostenuto che l’erbicida a base di glifosato era un “fattore sostanziale” nel causare il linfoma non-Hodgkins del quale si era ammalato.
L’uomo, della contea di Sonoma, ha ricevuto la diagnosi di tumore nel febbraio 2015, dopo aver usato Roundup nella sua proprietà per più di vent’anni.
In una dichiarazione, la Bayer ha sostenuto che “il prodotto è sicuro” e ha dichiarato che farà appello contro il verdetto. “Siamo delusi dalla decisione della giuria, ma questo verdetto non cambia il peso di oltre quattro decenni di scienza. I report in tutto il mondo supportano la sicurezza dei nostri erbicidi a base di glifosato e certificano che non sono cancerogeni. Questo processo non ha alcun impatto su casi e prove future”, hanno sottolineato dalla multinazionale.
La sentenza è un duro colpo per Monsanto e la sua casa madre Bayer: ora dovranno fare i conti con cause legali lanciate da oltre 11.200 tra agricoltori, giardinieri e altre persone che hanno usato il diserbante Roundup.