Uno dei due autori degli attentati alla maratona di Boston potrebbe non essere in grado di rispondere alle domande degli investigatori a causa delle gravi ferite riportate, secondo quanto riportato da diversi media internazionali
Il 19enne Dzokar Tsarnaev è accusato di aver piazzato sulla linea d’arrivo della maratona cittadina più antica le pentole a pressione-bomba che hanno ucciso 3 persone e ferito 180.
Nel frattempo è stato confermato che il giovane è formalmente accusato di aver utilizzato “un’arma di distruzione di massa“, con cui ha ucciso tre persone. Se le accuse verranno confermate durante il processo, potrebbe essere condannato alla pena di morte.
Assieme al fratello Tamerlan è stato al centro di un violento scontro a fuoco con la polizia in cui il 26enne fratello maggiore ha perso la vita. Lui è stato catturato il giorno dopo, mentre, ferito alla gola, cercava riparo in un’imbarcazione privata. A causa della ferita, dovuta a un proiettile, è ancora ricoverato in ospedale e potrebbe essere incapace di parlare.
Il commissario della polizia di Boston ha dichiarato che i fratelli originari del Dagestan avevano pericolosamente accumulato altri ordigni costruiti in casa da utilizzare in altri attacchi. Il silenzio di Dzokar non aiuterà certo a comprendere il movente degli attacchi che hanno scosso l’opinione pubblica mondiale.
A differenza del taciturno fratello Dhzokhar era ben inserito nell’ambiente della scuola che frequentava, nei pressi di Boston, dove oltre ad avere diverse amicizie aveva ricevuto anche una borsa di studio per 2.500 dollari e il suo ruolo appare misterioso. Il fratello Tamerlan invece fu interrogato dall’Fbi nel 2011, su richiesta del governo russo che riteneva fosse legato al terrorismo islamico, senza che però si giungesse a nessun tipo di conclusione.