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    Ucraina, due giornalisti italiani colpiti a Kherson: “Ci sparano addosso, dai russi nessuna resa”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 20 Dic. 2022 alle 14:59 Aggiornato il 20 Dic. 2022 alle 15:05

    L’auto sulla quale viaggiavano i due giornalisti indipendenti italiani Caudio Locatelli e Niccolò Celesti è stata bersagliata da colpi di artiglieria mentre viaggiava nel villaggio di Antonivka, a Kherson, in Ucraina. Locatelli, che è rimasto ferito a un orecchio per i tagli causati dai vetri dei finestrini infranti dopo l’esplosione, ha documentato tutto sul suo profilo Facebook. “Siamo stati colpiti – ha scritto Locatelli sulla sua seguitissima pagina Facebook dove è stato postato un video – l’esplosione che vedete ha danneggiato l’auto, siamo rimasti bloccati sotto tiro prima di riuscire a metterci in salvo, ho perso sangue ma la ferita è lieve. Avessi aperto la porta sarei senza una gamba o peggio”.

    A bordo del mezzo c’era anche un interprete, rimasto illeso come il fotografo Celesti. “Se non ci fosse stata la portiera, probabilmente saremmo rimasti colpiti al corpo, per fortuna la carrozzeria dell’auto ci ha protetti e salvati dalle schegge. Siamo miracolati. Eravamo nel villaggio di Antonivka per testimoniare le drammatiche condizioni degli anziani che sono rimasti a vivere lì nonostante la guerra. Quanto accaduto è un fatto gravissimo. La nostra macchina è stata colpita intenzionalmente dall’esercito russo”. Sui lati dell’automobile è ben visibile la scritta “press”, come sugli indumenti indossati dagli occupanti del veicolo, ma questo non è bastato a salvarli dall’agguato.

    “La macchina è ben segnalata, non c’era nessun altro, l’attacco ai nostri danni visto luogo e dinamica è stato intenzionale” ha detto Locatelli, che poi ha aggiunto: “Il tiro proveniva dalla sponda oltre il Dnepr, lì dove si trova l’esercito russo. Sparare sulla stampa non ha scuse. Stiamo bene per fortuna, continueremo a verificare e riportare questo conflitto proprio in risposta a chi vuole farci tacere, a chi tenta di calunniare a chi prova ad oscurare il nostro impegno su campo”. La testimonianza di Celesti: “È stato difficile tornare indietro con la macchina colpita in una strada stretta piena di buche, tanto più con una ruota squarciata, mentre fuggivamo hanno continuato a spararci, per fortuna l’artiglieria ucraina ha risposto, così che ci siamo potuti allontanare”.

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