Un aggressore ha sparato venerdì 6 maggio al direttore del più importante quotidiano di opposizione turco Cumhuriyet. La sparatoria è avvenuta di fronte al palazzo di giustizia dove è in corso il processo in cui è imputato con l’accusa di aver rivelato segreti di stato in un’inchiesta giornalistica pubblicata dal quotidiano.
L’uomo ha sparato tre colpi di pistola contro il direttore urlando “sei un traditore della patria”. Il giornalista, Can Dundar, è sfuggito all’attentato, ma un collega che si trovava accanto a lui è rimasto ferito a un polpaccio.
Dopo l’attacco l’aggressore si sarebbe consegnato alla polizia.
Fuori dal palazzo di giustizia una folla di giornalisti era riunita in attesa del verdetto del tribunale. Il caso ha attirato critiche da parte della comunità internazionale, che accusa la Turchia del presidente Erdogan di non rispettare la libertà di stampa. Le opposizioni e le associazioni dei giornalisti sostengono che si tratti di un processo politicizzato.
Dundar e Erdem Gul, il capo redattore dell’ufficio di Ankara, rischiavano l’ergastolo se i giudici avessero accolto l’accusa di spionaggio per aver pubblicato un articolo in cui sostenevano che i servizi segreti turchi avevano consegnato delle armi ai ribelli in Siria. Il magistrato oggi ha chiesto 25 anni di prigione per Dundar per aver rivelato segreti di Stato e 10 a Gul per averli pubblicati.
Erdogan ha pubblicamente accusato i giornalisti di aver tentato di minare la reputazione internazionale della Turchia, cercando così di rovesciare un governo democraticamente eletto. Il premier turco ha chiesto ai giudici di “far pagare un caro prezzo” ai due giornalisti.
La guerra portata avanti dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan contro i giornali d’opposizione e i sostenitori politici di Gulen ha suscitato forti allarmi sulla libertà di stampa in Turchia.
A marzo Zaman, l’altro grande giornale di opposizione, è stato commissariato dallo Stato che ha cambiato la linea politica a favore del presidente Erdogan e dal prossimo 15 maggio interromperà le pubblicazioni.
La stessa sorte è toccata in passato alle emittenti televisive Kanalturk e BugunTv e ai quotidiani Millet e Bugun del gruppo editoriale Ipek.
La Turchia detiene il record mondiale di giornalisti incarcerati e occupa il posto 148 su 169 nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere.
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