La polizia turca ha arrestato un noto giornalista in relazione alla sua attività sui social media giovedì 29 dicembre 2016 a Istanbul.
Ahmet Sik, un giornalista investigativo, ha fatto sapere su Twitter di essere stato fermato “per via di un tweet”.
Secondo l’agenzia di stampa statale Anadolu sarà accusato di aver diffuso propaganda terroristica e di vilipendio dello stato, del sistema giudiziario, delle forze armate e della polizia attraverso i suoi tweet e i suoi articoli per il quotidiano d’opposizione Cumhuriyet, già nel mirino del giro di vite sui dissidenti voluto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
I post cui fa riferimento Anadolu riguardavano prevalentemente la lotta del governo contro i militanti del Partito dei lavoratori curdi (Pkk), mentre un altro affrontava la questione dell’omicidio dell’ambasciatore russo ad Ankara.
Baris Yarkadas, un deputato appartenente alla principale formazione d’opposizione, il Partito popolare repubblicano, ha detto di aver parlato con Sik e ha confermato che l’uomo è accusato di propaganda terroristica.
Secondo il Committee to Protect Journalists (Cpj) sono almeno 81 i giornalisti in custodia in Turchia e oltre 130 tra giornali ed emittenti sono stati chiusi dal tentativo di colpo di stato di luglio. Reporter e scrittori arrestati negli ultimi mesi in Turchia sono perlopiù accusati proprio di diffondere propaganda terroristica.
Inoltre, oltre 110mila persone, la stragrande maggioranza delle quali impiegate nel settore pubblico, sono state arrestate, sospese o licenziate per presunti legami con il movimento gulenista, accusato di essere il motore del fallito golpe.
Lo stesso Sik è sempre stato critico nei confronti dell’eponimo del movimento, Fethullah Gulen. Nel 2011 fu arrestato per un anno proprio a causa di un libro sulla vita del religioso.
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