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    Giornalista saudita scomparso, il Nyt: “Il corpo smembrato con una sega come in Pulp Fiction”

    Il giornalista e dissidente saudita è scomparso da 8 giorni dopo essere entrato nel consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 10 Ott. 2018 alle 12:54 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:23

    Il giornale statunitense New York Times ha rivelato il 10 ottobre 2018 nuovi, inquietanti particolari sulla vicenda del giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi, scomparso otto giorni fa dopo essere entrato nel consolato saudita a Istanbul.

    Secondo quanto scrive il giornale, l’uomo sarebbe stato fatto a pezzi con una sega portata appositamente dal commando di agenti sauditi, “come in Pulp Fiction”.

    A fornire questa particolare informazione al New York Times è stata una fonte investigativa turca, che ha sottolineato come si sia tratta di un’operazione veloce ma complessa terminata con l’uccisione del reporter nel giro di due ore dal suo ingresso nel consolato.

    Per il quotidiano americano, non è chiaro come le autorità turche siano riuscite a determinare la morte del giornalista saudita, ma le nuove accuse dirette apertamente contro Riad rendono più complicati i rapporti tra i due paesi.

    Nella stessa giornata, il quotidiano Sabah, molto vicino al governo turco, ha pubblicato alcune immagini prese dalle telecamere di sorveglianza del controllo passaporti all’aeroporto Ataturk di 15 agenti dei servizi sauditi arrivati a Istanbul lo stesso giorno della scomparsa del giornalista e sospettati dell’omicidio di Khashoggi.

    La vicenda

    Un importante giornalista saudita noto per aver spesso criticato il governo del suo paese è sparito nel nulla il 2 ottobre 2018 dopo essersi recato in un consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul, in Turchia.

    Jamal Khashoggi, un collaboratore del Washington Post, è stato visto l’ultima volta mentre entrava nel consolato di Istanbul per completare alcune “pratiche burocratiche” e da allora non si sono più avuto sue notizie, secondo quanto riferito inizialmente dal Post.

    Domenica 7 ottobre fonti vicine alla polizia turche, citate dall’agenzia di stampa Reuters, hanno affermato che Khashoggi è stato ucciso all’interno del consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul.

    La notizia è stata confermata da Yasin Aktay, dirigente del partito di governo Akp e consigliere del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.

    Le autorità saudite hanno smentito seccamente quelle che hanno definito “accuse infondate” e hanno invitato il governo di Ankara a inviare dei propri ispettori nel consolato per accertare che il giornalista non si trova più nella struttura.

    Khashoggi era stato accompagnato al consolato dalla propria compagna, che lo ha atteso fuori dall’edificio per undici ore, fino alla chiusura degli uffici.

    Il giornalista le aveva detto di avvisare un consigliere del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, se non fosse tornato indietro.

    La piattaforma Arab-Turkish media ha raccontato al New York Times che la polizia, che fornisce le telecamere di sicurezza al consolato, non ha visto uscire a piedi il giornalista e che quel giorno c’è stato un intenso via via di auto.

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