In Giordania una ventina di persone sono state arrestate ieri con l’accusa di aver attentato alla sicurezza ordendo un complotto contro il re Abdallah II. La retata ha coinvolto ministri, consiglieri e agenti dei servizi segreti. Tra gli accusati c’è anche il fratellastro del re Abdallah, il principe Hamza bin Hussein, che in un video alla Bbc ha detto di essere stato posto agli arresti domiciliari e ha accusato il governo e i leader del Paese di incompetenza e corruzione.
Nel video, che la Bbc ha detto di aver ricevuto dall’avvocato di Hamza, l’ex principe ereditario (privato del titolo nel 2004) ha detto che non gli è permesso uscire o comunicare con altre persone e che il suo telefono e il servizio Internet sono stati interrotti. Hamza ha detto di essere stato accusato di aver preso parte ad alcune riunioni in cui il re era stato criticato, anche se non sarebbe stato accusato di essersi unito alle critiche.
Complotto in Giordania, le accuse al principe Hamza e agli altri arrestati
“Il principe Hamza e gli altri hanno portato minacce alla sicurezza e alla stabilità”, ha detto oggi il vice primo ministro giordano Ayman Al-Safadi, citato dall’agenzia ufficiale Petra. Il principe “era in contatto con elementi stranieri e oppositori” in Giordania “con l’obiettivo di destabilizzare il governo e la famiglia reale”.
“I servizi di sicurezza hanno monitorato una persona con collegamenti a servizi di sicurezza stranieri che comunicavano con la moglie del principe Hamzah”, ha spiegato Al-Safadi. Al tempo stesso, ha aggiunto il vice primo ministro, “le offrivano immediatamente un aereo per lasciare la Giordania per un paese straniero”.
Al-Safadi ha attaccato i video diffusi dal principe Hamzah accusandolo di aver “distorto i fatti, invocando simpatia locale e straniera”. “Le persone attorno al principe Hamzah comunicavano con entità che definivano se stesse ‘opposizione esterna‘”, ha aggiunto Al-Safadi sottolineando che “tutte le azioni, le mosse contenute, sono state stroncate sul nascere”.
Al-Safadi non ha smentito le notizie di stampa secondo le quali il principe Hamza bin Hussein abbia orchestrato un colpo di stato, ma ha sottolineato che “non si parla di arresti tra i membri delle Forze armate”. “I servizi di sicurezza”, ha aggiunto, “hanno raccomandato a re Abdallah II di deferire tali attività al Tribunale per la sicurezza dello Stato. Il re ha preferito iniziare la conversazione con il principe Hamzah in un contesto ristretto”.
La regina Noor difende il figlio: “Contro di lui una calunnia malvagia”
La regina Noor, vedova di re Hussein e madre del principe Hamza, ha preso pubblicamente le difese del figlio, definendo le accuse sul presunto complotto contro il re di Giordania “una calunnia malvagia”. La regina ha scritto su Twitter: “Prego che la verità e la giustizia prevalgano per tutti gli innocenti vittime di questa malvagia calunnia. Dio li benedica e li preservi”.
Dopo la notizia del complotto, nei confronti del re Abdallah di Giordania è arrivata la solidarietà degli Usa e dell’Arabia Saudita. “Seguiamo con attenzione le informazioni e siamo in contatto con le autorità giordane”, ha dichiarato in un comunicato il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price, “il re Abdallah è un alleato chiave degli Stati Uniti e ha tutto il nostro appoggio”.
I sovrani sauditi, attraverso una nota pubblicata dall’agenzia stampa Spa, hanno espresso il proprio sostegno alle “decisioni del re di Giordania Abdullah II e del principe Hussein bin Abdullah per proteggere la sicurezza e la stabilità del Paese contro ogni tentativo di sabotaggio”. Anche la Lega Araba, in un altro comunicato, ha espresso “solidarietà”.
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