Dalla metà di novembre 2018 tutta la Francia è investita dalle proteste del movimento dei cosiddetti “gilet gialli” contro il rialzo dei prezzi del carburante previsto dal governo di Emmanuel Macron all’interno di piano per la transizione energetica del paese. [Qui abbiamo spiegato chi sono e cosa vogliono i gilet gialli francesi]
Nonostante le concessioni accordate dal Macron, il clima resta di forte tensione: ci sono state centinaia di arresti, e i blocchi stradali organizzati dal movimento hanno provocato in alcuni casi incidenti stradali mortali.
In diverse città, in particolare a Parigi si sono registrati duri scontri. Di seguito tutti gli aggiornamenti.
Continuano le proteste in piazza a Parigi, nel 14esimo giorno di mobilitazione dei “gilet gialli”. Primi scontri sono stati registrati in città, come si legge su Le Parisienne. La polizia ha evacuato la spianata degli Invalides, nei pressi della Torre Eiffel, usando i lacrimogeni.
Anche a Tolosa, i video pubblicati sui social network intorno alle 16 mostrano che la polizia ha iniziato a usare gas lacrimogeni. Scene simili sono state girate a La Rochelle, Nantes e Le Mans, dove “vetrine e arredi urbani” sono stati danneggiati, secondo quanto riportato dalla prefettura.
Almeno 16 persone sono state fermate dalla polizia a margine delle proteste.
Inatnto a Rouen, tre “gilet gialli” sono rimasti leggermente feriti da una macchina che cercava di attraversare la loro manifestazione pomeriggio. Secondo la prefettura di Seine-Maritime, i tre manifestanti sono stati “travolti” attorno alle 16.30 da un veicolo che stava tentando di attraversare il blocco. L’auto ha accelerato e tre persone sono rimaste ferite. Sono state portate all’ospedale universitario di Rouen.
Fonti della polizia hanno detto che l’autista, che era con sua moglie e il bambino, si è trovato in mezzo ai manifestanti che hanno attaccato l’automobile, salendoci sopra e lanciando oggetti. L’automobilista si sarebbe spaventato, travolgendo tre manifestanti. Poi si è recato presso la stazione di polizia più vicina.
Nel corso della manifestazione a Parigi si è registrato un grave episodio di antisemitismo contro il filosofo Alain Finkielkraut. “Sporco ebreo”, “sporco sionista”, “la Francia è dei francesi”: così i alcuni manifestanti contro il filosofo registrate in un tweet che sta facendo il giro del web. Finkielkraut alla fine viene invitato ad allontanarsi, mentre alcune persone lo insegue. Qualche giorno fa, su Le Figaro era comparsa un’intervista del filosofo che esprimeva una posizione critica nei confronti dei gilet gialli.
🔴Quand les #GiletsJaunes croisent le philosophe Alain #Finkielkraut boulevard du Montparnasse, à #Paris, et l’insultent copieusement.#Acte14 #ActeXIV pic.twitter.com/Rgt8ClrAf3
— Yahoo Actualités (@YahooActuFR) 16 febbraio 2019
Sabato 9 febbraio
Ancora un sabato di scontri – il tredicesimo –nella capitale francese, dove i gilet gialli hanno organizzato diversi appuntamenti di protesta.
Un manifestante, secondo l’agenzia France Press, ha perso una mano, durante disordini avvenuti di fronte all’Assemblea nazionale.
Il manifestante dei ‘gilet gialli’ ha perso una mano in seguito all’esplosione di un granata di gas lacrimogeno che aveva raccolto da terra per rilanciarla alla polizia, durante gli scontri davanti alla sede dell’Assemblea nazionale a Parigi. Lo ha riferito una fonte della polizia a Bfmtv. L’uomo non indossava il gilet tipico dei partecipanti alle proteste che da tre mesi segnano la Francia.
All’Arc de Triomphe per “destituire Macron e la Va Repubblica”, come si legge su una pagina Facebook. Una proposta che suscita l’interesse sui social di circa 9mila persone.
Dalle 17 i manifestanti sono infine invitati ad un ‘atto 3’ della notte gialla a Place de la République.
Tra le manifestazioni annunciate dai gilet gialli sulle reti sociali, una è in programma a Nizza, dove è atteso Maxime Nicolle, esponente del movimento anche conosciuto come ‘Fly Rider.
Nella giornata di venerdì 8 febbraio, i gilet gialli si sono scagliati contro il rettore Ajani. Il blitz di un gruppo di manifestanti di Azione Studentesca, sigla di destra, è scattato alle 21: vestiti con gli ormai noti gilet gialli, simbolo della protesta francese contro il presidente Macron, i contestatori hanno accesso fumogeni tricolori sotto al rettorato.
Bersaglio della mobilitazione era l’appello del rettore Gianmaria Ajani a esporre bandiere francesi per ricordare la vicinanza di Torino ai cugini d’oltralpe, cosa che lui ha fatto fare proprio in rettorato.
Sabato 2 febbraio
Nel 12esimo atto dei “gilet gialli” si sono registrati scontri tra manifestanti e polizia a place de la Republique, luogo di arrivo del corteo parigino.
La marcia, dedicata ai feriti del movimento, ha raccolto 13.800 persone secondo un conteggio indipendente realizzato per diversi media (10.500 secondo la prefettura).
Il ministero dell’Interno parla di 17.400 persone mobilitate in tutta la Francia alle 14, ma il numero è probabilmente più alto.
A Parigi gli scontri sono scoppiati poco dopo l’arrivo della testa del corteo a Place de la Republique. Centinaia di dimostranti mascherati o incappucciati hanno lanciato oggetti alla polizia schierata nelle vicinanze, che ha risposto con lacrimogeni, cariche e utilizzando un lanciatore d’acqua. Una dozzina di persone sono state arrestate dall’inizio della giornata alle 15:15.
Polemiche sull’uso dei lanciatori di proiettili di difesa (LBD) da parte della polizia, che è accusata di aver ferito, a volte seriamente, manifestanti dall’inizio del movimento, a metà novembre. Secondo il gruppo militante “Disarmandoli”, dal 17 novembre sono state ferite gravemente 20 persone.
Sabato 26 gennaio
Undicesimo atto per la protesta dei gilet gialli. Mentre diversi sondaggi recenti accreditano in crescita il presidente Emmanuel Macron, il movimento di protesta sembra attraversato da nuove dispute interne, dopo la rottura tra i loro due leader storici, E’ric Drouet e Priscillia Ludosky.
A Parigi si segnalano incidenti e incendi alla Bastiglia, dove era prevista la convergenza dei due principali cortei di gilet gialli. La polizia sta caricando, nei pressi della stazione della metropolitana Breguet-Sabin e si sente forte l’odore dei lacrimogeni, riferiscono testimoni sul posto. Si tratta di un quartiere residenziale a due passi dalla Bastiglia. La tensione è molto alta e numerosi gilet gialli sono mescolati a famiglie con bambini a passeggio.
Uno dei leader dei gilet gialli, Jerome Rodrigues, è rimasto ferito da un proiettile di gomma durante gli incidenti a Parigi. Lo stesso Rodrigues ha pubblicato una sua foto su Facebook e ha scritto che perderà un occhio. Il prefetto di polizia ha annunciato l’apertura di una inchiesta.
I gilet gialli si candideranno con una lista alle elezioni politiche di maggio 2019. La lista si chiamerà Ralliement d’initiative citoyenne (unione d’iniziativa cittadina) e sarà guidata da Ingrid Levavasseur, infermiera di 31 anni, già tra i leader del movimento. Non è chiaro al momento se questo progetto sia in qualche modo collegato a quello annunciato in precedenza da un’altra leader dei gilet gialli, Jacline Mouraud [Leggi l’articolo completo].
È il decimo sabato di proteste per i gilet gialli, che hanno invaso le strade di Parigi.
L’invito diffuso sui sociali chiede di portare sugli Champs-Elysees “almeno due amici che finora non hanno mai partecipato” e di munirsi di una rosa o una candela, per rendere omaggio alle persone morte o ferite dall’inizio delle proteste.
C’è chi promette “un milione di gilet gialli a Parigi” in risposta a dichiarazioni del presidente Emmanuel Macron, che pochi giorni fa rimproverava i “troppi francesi che hanno dimenticato il senso del sacrificio”.
Ad Angers (Maine-et-Loire) la prefettura ha vietato la manifestazione regionale prevista, “a causa di seri rischi per la sicurezza di persone e beni”.
I gilet gialli sono tornati in piazza per il nono fine settimana di proteste contro il presidente Emmanuel Macron. Nelle prime ore del pomeriggio si sono registrati i primi scontri a Parigi, nella zona degli Champs-Elysees e intorno all’Arco di Trionfo tra i gilet gialli e le forze di sicurezza: a Place de l’Etoile sono stati lanciati gas lacrimogeni, secondo quanto riferisce un giornalista dell’Afp. La Prefettura ha invece dichiarato che contro le forze dell’ordine sono stati lanciati di oggetti mentre erano sull’Avenue de Wagram. Cinquantatré persone sono state arrestate. Nelle strade di Bordeaux, secondo la prefettura, si sono radunati circa 6mila manifestanti e si sono registrati scontri tra manifestanti e forze di sicurezza: ci sarebbero almeno tre feriti.
“Gilet gialli, non mollate!”. Lo scrive in una lettera il vicepremier Luigi Di Maio. “Dall’Italia stiamo seguendo la vostra battaglia dal giorno in cui siete comparsi per la prima volta colorando di giallo le strade di Parigi e di altre città francesi”, scrive il leader pentatsellato rivolto al movimento di protesta francese.
Il messaggio di Di Maio arriva quasi in contemporanea con la notizia che i gilet gialli potrebbero presto diventare un vero e proprio partito politico.
“Il Movimento 5 Stelle è pronto a darvi il sostegno di cui avete bisogno. Come voi, anche noi, condanniamo con forza chi ha causato violenze durante le manifestazioni, ma sappiamo bene che il vostro movimento è pacifico”, scrive il leader M5S.
Per il settimo atto della protesta dei gilet gialli i manifestanti erano circa 4mila solo a Parigi e 25mila in tutta la Francia, secondo il ministero dell’Interno. In un vero e proprio assalto i gilet gialli hanno sfondato con una ruspa la porta del ministero dei rapporti con il Parlamento: il ministro Griveaux è stato portato fuori e messo in sicurezza insieme con i suoi collaboratori. Gli assalitori erano circa 15, alcuni con indosso gilet gialli, altri vestiti completamente di nero.
Una cinquantina di manifestanti hanno tentato di occupare l’aeroporto Dole-Jura , a una trentina di chilometri da Digione e Besancon, e sono stati respinti dalla gendarmeria. I voli nell’aeroporto non hanno subito alcuna conseguenza.
Sabato 29 dicembre
Cinque manifestanti dei ‘gilet gialli’ sono stati fermati dalla polizia nei pressi di Albertville, nel dipartimento della Savoia, perché bloccavano le strade che portano alle stazioni sciistiche. Gli arresti sono avvenuti al casello autostradale di Sainte-He’le’ne-sur-Ise’re e a una rotonda all’ingresso di Albertville. I manifestanti hanno bruciato le gomme sull’A43 e hanno preso a sassate gli agenti intervenuti. I gilet gialli hanno tentato in particolare di bloccare la RD1212 che porta alle stazioni sciistiche, molto frequentare in questi giorni di vacanze.
Sabato 22 dicembre
Secondo i dati del ministero dell’Interno francese, sono 23.800 i francesi che hanno deciso di scendere in diverse piazze in tutto il Paese per l’atto sesto della protesta dei gilet gialli, quasi 10mila in meno rispetto ai 33.500 della scorsa settimana.
Un automobilista è morto in un incidente stradale a Perpignan, nel sud della Francia, all’altezza di una barricata organizzata dai gilet gialli nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 dicembre. Lo ha riferito il procuratore della città.
L’automobilista 36enne, scrive BfmTv, viaggiava con la sua auto sulla D900 verso la A9. Qui ha tamponato un camion fermo a un blocco dei manifestanti. È la decima vittima da quando sono iniziate le proteste.
A Parigi, con un annuncio dell’ultimo minuto, centinaia di gilet gialli si sono radunati a Montmartre, nel nord della capitale, per il sesto sabato di proteste. La manifestazione era prevista inizialmente a Versailles, ma è stata annullata.
Il luogo, tenuto segreto, è stato annunciato alle 9 su un gruppo su Facebook da Eric Drouet, uno dei rappresentanti del movimento. Secondo molti manifestanti, la chiamata a radunarsi a Versailles era una falsa pista per sviare polizia e giornalisti. Il Palazzo di Versailles era stato chiuso per precauzione.
La polizia francese ha successivamente fermato Drouet, per aver organizzato il raduno a Montmartre, non autorizzato e non comunicato precedentemente alle autorità.
Decine di gilet gialli hanno bloccato per protesta la frontiera tra Francia e l’Italia, sull’A8. In entrambe le direzioni si sono formati dei rallentamenti.
Sabato 15 dicembre
Sabato 15 dicembre i gilet gialli sono scesi in piazza per il quinto fine settimana consecutivo. Fin dalla mattina gli agenti hanno arrestato 104 persone e altre 2mila si sono radunate nella capitale francese.
Tommaso Gandini, inviato per TPI a Parigi, ha seguito l’evolversi delle proteste, passando da Opera agli Champs Elysee, superando i controlli di polizia in diversi punti della città. Qui il racconto della giornata e qui la foto gallery del nostro inviato a Parigi.
Nel corso della giornata si sono registrati alcuni momenti di tensione, con gli agenti che sono intervenuti lanciando lacrimogeni o usando i cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti.
A Bordeaux, più di 4.500 manifestanti sono scesi in piazza e anche lì la polizia ha dovuto usare cannoni ad acqua per disperderli. Un numero simile di gilet gialli si è riunito a Tolosa. Scene simili si sono verificate anche ad Avignone e Besançon.
A Calais, un gruppo di gilet gialli ha bloccato la strada di accesso al porto.
Lunedì 10 dicembre
Lunedì 10 dicembre il presidente francese Macron ha tenuto un discorso alla nazione dopo le proteste dei gilet gialli e ha annunciato alcune concessioni ai manifestanti.
“Le richieste sono legittime ma saremo intransigenti con la violenza che non può essere tollerata. Questa indignazione è condivisa da molti francesi. Abbiamo risposto all’aumento della tassa sul carburante, ma servono misure profonde. La collera è giusta, in un certo senso”, ha detto il presidente.
“Aumenterò lo stipendio minimo ai francesi e gli straordinari saranno esenti dalla tasse, inoltre già nel 2019 chiederò alle imprese di dare bonus che saranno detassati ai lavori”, ha promesso Macron. “Dobbiamo riprendere il nostro cammino verso il futuro tutti insieme. Le varie correnti devono essere ascoltate, tutti devono essere ascoltati”.
Sabato 8 dicembre i gilet gialli sono tornati a protestare in Francia contro il governo Macron in quello definito da loro stessi come “l’assalto finale” all’Eliseo.
Le forze dell’ordine hanno fermato 720 persone. Più di 30 persone sono rimaste ferite, compresi tre agenti di polizia e due giornalisti del quotidiano Le Parisien.
In serata sono arrivate le dichiarazioni del governo francese. “È arrivato il momento del dialogo”, ha affermato il primo ministro Edouard Philippe. “È iniziato con incontri di politici e continuerà anche a Matignon dove voglio incontrare questi francesi che protestano”.
“È stata una violenza inaccettabile anche se tenuta sotto controllo grazie all’abnegazione delle forze dell’ordine”, ha invece commentato il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner. “Siamo stati in grado di spezzare lo slancio dei vandali. Centinaia di gilet gialli erano arrivati a Parigi per provocare danni”.
Sono in totale 1.723 le persone identificate e interrogate durante le proteste dell’8 dicembre.
Sabato primo dicembre 2018 si sono registrati nuovi scontri a Parigi tra i manifestanti e le forze dell’ordine, che hanno anche fatto ricorso a lacrimogeni per disperdere la folla. Il bilancio della guerriglia urbana è di 412 arresti, 133 feriti di cui 23 agenti agenti di polizia.
Il presidente francese Emmanuel Macron, di ritorno dal G20 di Buenos Aires, ha convocato una riunione urgente all’Eliseo. (
Gli scontri di sabato sono iniziati ancor prima che avesse inizio la manifestazione ufficiale, dopo che la polizia ha chiuso l’accesso agli Champs Elysees e perquisito le persone che cercavano di accedervi.
La polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che hanno cercato di abbattere le barricate: i gilet gialli hanno lanciato delle vernice contro le divise di alcuni agenti.
Nel corso della giornata di sabato 1 dicembre il numero dei feriti è salito fino a 65, 11 dei quali sono agenti di polizia. Intanto la manifestazione si è estesa anche ad altri quartieri della capitale e sono state date alle fiamme alcune auto.
Sabato 24 novembre si sono verificati scontri e violenze tra i manifestanti e le forze di polizia, soprattutto nella zona degli Champs-Élysées.
La manifestazione dei gilet gialli, che da giorni protestano contro l’aumento dei prezzi del carburante stabilito dal governo francese (la cosiddetta “tassa ecologica”), era stata autorizzata limitatamente alla zona di Campo di Marte, di fronte alla Tour Eiffel, a partire dalle 14.
Nonostante ciò, a metà mattinata già più di 5mila persone si sono riunite sui Campi Elisi, con l’obiettivo di raggiungere l’Eliseo, residenza ufficiale del presidente Emmanuel Macron. La polizia ha però chiuso l’area intorno al palazzo.
Il corteo, inizialmente pacifico, è stato agitato da alcuni uomini con il volto coperto che hanno iniziato a lanciare oggetti contro le barricate erette dalle forze di sicurezza.
La polizia ha usato i gas lacrimogeni, le barricate sono state issate e smontate in continuazione. Al lancio di bottigliette e petardi, le forze dell’ordine hanno risposto con i cannoni ad acqua.
Secondo i numeri diffusi dal governo, sabato 24 novembre sono scese in piazza in totale 23mila persone. Di queste, 8mila solo a Parigi. Il sabato precedente, a metà mattinata, per le strade di tutta la Francia erano presenti 124mila persone. A fine giornata si era arrivati a 300mila.
Secondo la prefettura, tra i manifestanti ci sono infiltrati dell’estrema destra. Il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, ha accusato direttamente Marine Le Pen, leader di Rassemblement National, di aver sollecitato i disordini.
Castaner, che ha sottolineato come la protesta sia sotto controllo, ha attribuito alla Le Pen anche la responsabilità dell’aggressione negli ultimi giorni ad alcuni deputati del partito di Macron e alle loro abitazioni.
Venerdì 23 novembre, ha ricordato il ministro dell’Interno, l’ex leader del Front National, da Twitter, si è rivolta ai manifestanti, spingendoli a radunarsi sugli Champs-Élysées, nonostante sia stata espressamente vietata qualsiasi adunata nella via centrale di Parigi.
“Una strumentalizzazione disonesta e patetica – è stata la risposta di Le Pen -, non ho mai chiamato alla violenza”.
Sabato 17 novembre è stato un giorno di dure manifestazioni in tutta la Francia. Per protestare contro il caro carburanti, da Digione a Rennes, da Parigi a Bordeaux, almeno 50mila manifestanti hanno indossato i gilet catarifrangenti gialli e organizzato migliaia di blocchi stradali.
La prefettura delle Alpes-Maritimes aveva lanciato un appello agli utenti della strada affinché “non venga messa a rischio la loro sicurezza e quella altri” e il ministro Castaner aveva dichiarato che il livello di preoccupazione delle autorità era “massimo”.
“Il diritto di manifestare è essenziale in questo paese, e deve essere protetto”, aveva detto. “Ma dobbiamo anche garantire che l’organizzazione minima dell’evento eviti questo tipo di tragedie”.
A Parigi centinaia di manifestanti hanno bloccato parte degli Champs Elysees, al grido di “Macron dimettiti” e tensioni si sono verificati anche a place de la Concorde e vicino all’Eliseo. Si sono verificati scontri con le forze dell’ordine, che hanno lanciato lacrimogeni per respingere i dimostranti.
Una donna è morta dopo essere stata investita da un’auto a Pont-de-Beauvoisin in Savoia.
Secondo quanto riferisce il quotidiano francese Le Figaro, l’automobilista è una madre che stava portando la figlia malata dal medico: quando i manifestanti hanno iniziato a sbattere contro la sua auto, la donna avrebbe improvvisamente accelerato. L’azione ha provocato la morte di una persona e il ferimento lieve di un agente della polizia.
Alla base della protesta che attraversa la Francia c’è il movimento dei ‘gilets jaunes’ (gilet gialli), che prende nome dal giubbotto catarifrangente obbligatorio per legge su ogni automobile.
Il movimento è spontaneo ed è nato a margine di partiti e sindacati. Costituito da migliaia di cittadini organizzati in collettivi, e alimentato dal malcontento della classe medio-bassa, è riuscito a fare rete sui social contro l’aumento del prezzo del carburante, che salirà dal 2019 di sei centesimi al litro per il diesel e tre centesimi al litro per la benzina fino al 2022.
L’obiettivo è rendere meno costosa la benzina rispetto al diesel, più inquinante, e promuovere la transizione energetica. Tuttavia, molti dei manifestanti vivono in zone extraurbane lontane dai grandi agglomerati francesi e assicurano che l’auto è il loro unico mezzo di trasporto.
Il movimento, secondo un sondaggio, gode dell’appoggio del 74 per cento della popolazione francese. Politicamente ha ricevuto un sostegno trasversale che va dalla leader di estrema destra Marine Le Pen, al capofila della sinistra radicale Jean-Luc Melenchon, e ancora a Laurent Wauquiez (Les Republicains) e al sovranista Nicolas Dupont-Aignan.
Per smorzare il malcontento sociale e cercare di controbilanciare gli aumenti, il governo ha annunciato un piano che prevede tra l’altro un assegno energia annuale di 200 euro per aiutare 5,8 milioni di francesi in difficoltà a scaldare la propria casa e un assegno carburante che prevede un piccolo rimborso spesa mensile dei costi di trasporto sostenuti da alcune categorie di lavoratori.
La questione del caro benzina è talmente sentita che si sta rivelando un boomerang anche per il presidente Emmanuel Macron, ulteriormente in calo nei consensi, crollati ormai al 27 per cento, il livello più basso dall’insediamento all’Eliseo nel maggio 2017.
Secondo un sondaggio per il Journal du Dimanche, Macron perde altri 4 punti, un risultato che lo pone appena sopra Francois Hollande, che allo stesso momento del suo mandato aveva un 20 per cento di popolarità ma molto sotto Nicolas Sarkozy, che aveva il 44 per cento di gradimento.
I francesi si dichiarano molto insoddisfatti dell’esecutivo: il premier Edouard Philippe perde sette punti e si ferma la 34 per cento.
“Molto soddisfatti” di Macron sono il 4 per cento dei francesi, “piuttosto soddisfatti” il 21 per cento. Quelli “piuttosto scontenti” di Macron sono il 34 per cento e i “molto insoddisfatti” sono il 39 per cento. Solo il 2 per cento non si pronuncia.
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