“Sono sempre molto contento delle varie espressioni di sostegno. Per noi è un appoggio molto importante. L’incontro a Roma è assolutamente fattibile”.
Sono le parole con cui Eric Drouet, uno dei portavoce del movimento dei gilet gialli, ha risposto positivamente alle dichiarazioni di Luigi Di Maio, che dopo aver mostrato il suo supporto ai manifestanti francesi ha aperto a una possibile alleanza per le elezioni europee.
Alle parole di Drouet (arrestato a gennaio per aver organizzato una manifestazione non organizzata) hanno fatto seguito quelle di un’altra portavoce dei gilet gialli, Ingrid Levavasseur.
“Sono fiera di constatare che il nostro movimento si spinga ben oltre i nostri confini. Contenta che una persona come Di Maio ci tenda la mano, sono pronta ad afferrarla, per spingerci ancora più forte e più lontano. Oggi più che mai abbiamo bisogno di strutturarci e il messaggio del M5s è qualcosa di molto potente”.
Di Maio, lo scorso 7 gennaio, aveva scritto una lettera di sostegno ai gilet gialli: “Non mollate! […] Il Movimento 5 Stelle è pronto a darvi il sostegno di cui avete bisogno”, si leggeva nella missiva.
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Il ministro del Lavoro aveva anche messo a disposizione del movimento francese “alcune funzioni del nostro sistema operativo per la democrazia diretta, Rousseau per organizzare gli eventi sul territorio o il sistema di voto per definire il programma elettorale e scegliere i candidati da presentare alle elezioni”.
Mercoledì 9 gennaio, in un’intervista al Fatto Quotidiano, il vicepremier ha alzato la posta: “Sto formando un gruppo per le Europee – ha detto Di Maio – E nei prossimi giorni incontrerò anche alcuni dei gilet gialli. […] Se vogliono candidarsi alle Europee, io intendo spiegare loro che gruppo vogliamo creare”.
Un’ipotesi di alleanza che, dunque, è stata accolta con favore da importanti rappresentati dell’ala più “dura” dei gilet gialli.
La principale esponente della componente moderata del movimento francese, invece, solo pochi giorni fa aveva espresso un parere ben diverso.
“Se devo dirla tutta penso che l’Italia sia l’Italia e la Francia sia la Francia: non siamo lo stesso popolo, penso che quella del vostro vicepremier sia un’ingerenza negli affari interni del nostro paese”, aveva dichiarato Jacline Mouraud.
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