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    Come il Giappone vuole risolvere i suoi problemi con i suicidi da super lavoro

    Sono circa 2mila le persone che ogni anno decidono di togliersi la vita in Giappone per il troppo lavoro, fenomeno noto come karoshi. Ecco le soluzioni del governo

    Di TPI
    Pubblicato il 1 Feb. 2017 alle 18:45 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:22

    In Giappone esiste una prassi conosciuta come karoshi, “morte da eccesso di lavoro”.

    Le cause mediche principali delle morti da karoshi sono attacco cardiaco, dovuto a sforzo e stress. Secondo le statistiche del governo però sono circa 2mila le persone che si suicidano ogni anno, rientrando in questo particolare fenomeno. In giapponese il karoshi è considerato un risultato inevitabile della locale cultura del lavoro, notoriamente estenuante e in alcuni casi mortale, che sia per malattia o per suicidio.

    Dopo gli ultimi casi di cronaca che hanno scatenato un acceso dibattito, il governo ha deciso di correre ai ripari e cercare una soluzione al problema. 

    Il 28 gennaio 2017 il governo ha proposto una serie di provvedimenti volti a riformare il lavoro nel paese e a ridurre lo stress da lavoro. La media annuale degli straordinari mensili non dovrà superare le 60 ore. 

    Il piano sarà discusso dalla Dieta nazionale, il parlamento del paese, a fine marzo, nell’ambito di una più ampia riforma del lavoro.  

    L’eccezione di 100 ore di straordinari durante i mesi più intensi con buona probabilità incontrerà l’opposizione dei sindacati, che sostengono che superare la soglia delle 80 ore mensili causi gravi conseguenze per la salute.

    A gennaio 2017 il presidente della maggiore agenzia pubblicitaria giapponese, la Dentsu, aveva rassegnato le sue dimissioni in seguito alla morte di una ex dipendente, che si suicidò per un eccessivo carico di lavoro.

    Il caso riguarda la 24enne Matsuri Takahashi, assunta nell’aprile del 2015, e costretta a turni straordinari di lavoro in media di 100 ore mensili che spinsero la ragazza a togliersi la vita nel dicembre 2015. Nell’inchiesta sulla sua morte è emerso che la donna a volte rientrava a casa alle cinque di notte per tornare in ufficio poche ore dopo. Il ministero della Salute e del Welfare nipponico sta indagando sulle attività della società, già coinvolta in passato in un caso analogo e sotto pressione per ridurre il numero di straordinari richiesti ai suoi impiegati.

    Una lunga campagna mediatica della madre ha portato alla luce una pratica diffusa tra i capi ufficio per mascherare gli orari eccessivamente lunghi dei dipendenti, e contrari allo statuto dei lavoratori. Negli ultimi quattro anni, i suicidi legati a cause di lavoro tra i dipendenti con età inferiore ai trenta anni sono aumentati del 45 per cento tra gli uomini e del 39 per cento tra le donne.

    In Giappone il tasso di disoccupazione è uno dei più bassi al mondo e nel 2016 ha toccato uno dei tassi più bassi da decenni, tanto che oggi in Giappone ci sono 143 posti di lavoro ogni 100 giapponesi.

    — LEGGI ANCHE: In Giappone si muore per il troppo lavoro

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