Durante il vertice a Seoul di domenica primo novembre, i leader di Corea del sud, Cina e Giappone hanno accantonato le loro rivalità storiche, annunciando di voler collaborare in futuro a livello commerciale.
I tre Paesi hanno registrato tensioni non solo nella Seconda guerra mondiale, ma anche in un periodo più recente per il controllo del territorio.
Lo scoglio maggiore tra Giappone e Corea del sud è rappresentato storicamente dalla contesa riguardo alle schiave di guerra coreane, le donne costrette ad aver rapporti sessuali con i soldati giapponesi durante la guerra. Il Giappone ha ammesso timidamente la sua responsabilità a riguardo, ma la Corea del Sud aspetta da decenni una vera e propria presa di posizione a riguardo.
Durante la Seconda guerra mondiale, l’esercito giapponese ha deportato oltre 200mila donne, soprattutto coreane, per soddisfare i piaceri delle truppe nipponiche all’interno dei bordelli giapponesi.
(Qui la gallery riguardo alle comfort women sudcoreane)
Dall’elezione del primo ministro Shinzo Abe, i rapporti tra i due Paese si sono raffreddati sempre più, a causa del nazionalismo del nuovo capo di governo, ancora più radicale dei suoi predecessori, e della sua volontà di sminuire i crimini di guerra. Abe ha addirittura tentato, in passato, di rimangiarsi le scuse rivolte al governo sudcoreano nel 1993, quando il Giappone si era mosso per scongelare i rapporti.
Lunedì 2 novembre i governi dei due stati hanno firmato un accordo riguardo alle “comfort women” e la presidentessa della Corea del sud Park Geun-hye ha affermato che si è trovata d’accordo con la controparte nel velocizzare la risoluzione della questione.
Abe ha precisato che gli accordi sono necessari perché “i problemi del passato non dovrebbero essere un ostacolo per le generazioni future” e stringere nuovi rapporti diventa fondamentale in un periodo in cui i mercati dei Paesi hanno necessità di essere potenziati.