Nel 2019 il Giappone ricomincerà la caccia alle balene per scopi commerciali, confermando di ritirarsi dalla Commissione internazionale che regola la caccia ai cetacei (Iwc).
Decisione politica – Non è una caccia d’avventura dove l’ignoto si mescola alla ricerca di sé come nel romanzo Moby Dick, quello che riprenderà in Giappone è un brutale e seriale massacro a scopo di lucro.
Nonostante possa sembrare una moda ottocentesca, la caccia alle balene viene ancora praticata in alcuni posti del mondo, spesso mascherata da ricerca scientifica. Il Giappone è uno di questi paesi, dove è il governo stesso ad annunciare la notizia della ripresa della caccia il prossimo anno.
Le limitazioni – “La caccia ai cetacei sarà permessa nelle acque territoriali e nella zona economica esclusiva del Giappone”, ha comunque puntualizzato il portavoce del governo giapponese, Yoshihide Suga, mentre sarà vietata nelle acque dell’Antartide e nell’emisfero australe.
Contro la commissione – La decisione segue di pochi mesi la riunione dell’Iwc in Brasile e la decisione dell’ente di respingere la richiesta di Tokyo di riprendere la caccia alle balene per scopi commerciali. In quell’occasione, a settembre, il Giappone aveva già minacciato di uscire dall’Iwc. Suga ha affermato che “la caccia sarà comunque attuata all’interno dei limiti calcolati, per evitare un impatto negativo sulle risorse cetacee”.
A cosa serve l’Iwc – L’Iwc è un organo fondato 70 anni fa dai paesi che cacciavano le balene per autoregolarsi, ma che nel tempo è diventato un’altra cosa.Il suo scopo è quello di garantire la sopravvivenza di questi cetacei ed evitare la caccia indiscriminata negli oceani, dopo che alcune specie erano state quasi ridotte all’estinzione. Il Giappone è entrato nella Commissione Internazionale nel 1951 e nel 1982 ha aderito alla moratoria internazionale indetta dall’organizzazione.
Accordi internazionali – L’Icw è stato accusato dalla politica giapponese di focalizzare tutta la sua attenzione sulla preservazione degli animali, ignorando invece un altro degli obiettivi dell’organizzazione, ovvero quello di una pesca commerciale sostenibile. È difficile che il governo di Tokyo riesca nel suo tentativo di trasformare l’Iwc, per fortuna delle balene, ma questo non vuol dire che smetterà di cacciare cetacei a scopo commerciale, sfuggendo alle sanzioni internazionali come ha fatto negli ultimi trenta anni.
Pochi esemplari rimasti- Il Giappone è entrato nella Commissione Internazionale nel 1951 e nel 1982 ha aderito alla moratoria internazionale indetta dall’organizzazione. Cinque anni più tardi, ha annunciato l’avvio della caccia alle balene nelle acque dell’Antartide per “scopi scientifici”, ma nel 2014 questo tipo di attività è stata vietata dalla Corte Internazionale di Giustizia: la caccia alle balene viene ripresa in Antartide l’anno successivo riducendo il numero di esemplari e di specie cacciate.
Fattore culturale – Per il Giappone, mangiare carne di balena fa parte della cultura nazionale. Il consumo di questo alimento è però sempre meno popolare, sta subendo un declino: il governo deve addirittura finanziare il settore, che non riesce a mantenersi da solo.
La reazione degli animalisti – Greenpeace Giappone ha esortato il governo a ripensarci: “È chiaro che il governo sta cercando di nascondere questo annuncio alla fine dell’anno, lontano dai riflettori dei media internazionale, ma il mondo lo vede per quello che è”. “La strada è quella di un Paese pirata che caccia le balene, con un preoccupante disprezzo per il diritto internazionale”, ha sottolineato Nicola Beynon, a capo delle campagne per Human Society International in Australia.
Cosa fanno i vicini di casa – Immediata la reazione dell’Australia, con le ministre degli Esteri e dell’Ambiente, Marise Payne e Melissa Price, che si sono dette “estremamente amareggiate” per la decisione di Tokyo. “L’Australia resta fermamente contraria a tutte le forme di caccia alle balene, commerciale o cosiddetta ‘scientifica’”.
Dove si cacciano le balene oggi – Giappone, Islanda e Norvegia sono le uniche nazioni che, negli ultimi trent’anni, hanno continuato a cacciare balene: in certi casi per motivi esplicitamente commerciali, sfruttando il fatto che le regole dell’IWC non si applicano ai paesi che hanno presentato ricorsi formali; in altri sfruttando le quote permesse per la ricerca scientifica, un cavillo che da decenni attira fortissime critiche sull’IWC, accusato di essere un’organizzazione inefficace nel contrastare la caccia alle balene.
Per il capitano Achab, protagonista di Moby Dick, uccidere la gigante balena bianca diventa la sua unica, folle ragione di vita per vendicare la sua gamba tranciata: “Roso di dentro e arso di fuori dagli artigli fissi e inesorabili di un’idea incurabile”. Di cosa deve vendicarsi il Giappone per compiere questa strage in mare aperto?