Il nuovo ministro degli Interni tedesco, Horst Seehofer, ha annunciato che intende sospendere l’applicazione del Trattato di Schengen a tempo indeterminato.
In un’intervista rilasciata al settimanale tedesco Welt am Sonntag, il neo-ministro ha dichiarato che “i controlli alle frontiere interne devono essere effettuati fintanto che l’Unione europea non riuscirà a proteggere e controllare efficacemente le sue frontiere esterne”. “Per il prossimo futuro”, ha aggiunto, “non prevedo che ci riuscirà”.
Secondo Seehofer, “in Germania attualmente non ci sono troppi posti di frontiera occupati in modo permanente”.
“Non si tratta solo di impedire alle persone di attraversare illegalmente i confini, ma i controlli di frontiera soddisfano anche altre funzioni protettive”, ha sottolineato.
Seehofer, 69 anni, è il leader dell’Unione Cristiano-Sociale in Baviera (Csu), partito conservatore che opera esclusivamente nella regione bavarese e che fa parte della Grande Coalizione che regge il governo della Germania.
È stato governatore della Baviera per dieci anni, dal 2008 fino allo scorso 13 marzo, quando ha lasciato la carica per entrare nel Consiglio dei ministri, guidato dalla cancelliera Angela Merkel, diventando titolare della delega agli Interni.
Nei giorni scorsi aveva fatto discutere un’altra sua dichiarazione, nella quale aveva sostenuto che “l’Islam non appartiene alla Germania, paese forgiato dal Cristianesimo”. La dichiarazione è stata seguita dalla replica di Merkel, che ha sostenuto che sia i quattro milioni di musulmani che vivono nel Paese che la loro religione, l’Islam, “appartengono alla Germania”.
Nell’intervista a Welt am Sonntag il neo-ministro ha sottolineato che per accelerare le procedure di richiesta di asilo politico sarà necessario creare più posti per i giudici amministrativi tedeschi.
Inoltre, ha parlato della necessità di modifiche alla legislazione esistente e di accordi con i paesi di origine dei migranti per favorire i rimpatri.
Le sue dichiarazioni sulla sospensione di Schengen potrebbero creare qualche malumore all’interno della maggioranza di governo.
Nel travagliato percorso che ha portato alla conferma della Grande Coalizione i leader di Cdu, Spd e Csu hanno concordato un programma basato sul rifiuto dell’isolazionismo e del nazionalismo e sulla necessità di una maggiore cooperazione internazionale.
“Stiamo insieme per assicurare che la Germania faccia fronte alle proprie responsabilità europee in uno spirito di collaborazione e di solidarietà reciproca”, hanno stabilito i tre partiti.