Nell’ultimo mese diversi giornali italiani hanno riportato la notizia secondo cui la Germania avrebbe deciso di fare marcia indietro sul piano di dismissione dell’energia nucleare. Di fronte alle crescenti incertezze sulle forniture di gas dalla Russia, il governo di Berlino, ha scritto Repubblica, «accarezza l’idea» di mantenere accese le tre restanti centrali atomiche del Paese andando oltre la data di chiusura – 31 dicembre 2022 – che era stata fissata dall’ex cancelliera Merkel dopo il disastro di Fukushima. Un piano di smantellamento, quello merkeliano, che il giornale online Linkiesta ha definito «scriteriato».
Per il Corriere della Sera, il cambio di programma tedesco – avanti tutta sul nucleare – costituisce una vera e propria «controrivoluzione», che si traduce in «un processo alle scelte politiche del passato che hanno messo la Germania nella posizione, oggi scomodissima, di eccessiva dipendenza energetica dalla Russia». Tutti contenti, insomma, i giornali di casa nostra, per il dietrofront che prolungherebbe la vita dei reattori tedeschi. Dove l’implicita osservazione è che noi italiani masochisti, invece, per colpa di quattro ambientalisti radical chic siamo costretti a restare senza nucleare. Alla nostra stampa quasi tutta, però, è sfuggito che pochi giorni fa Berlino ha di fatto escluso la possibilità di derogare al piano Merkel: «Sarebbe una decisione sbagliata», ha spiegato il vicecancelliere Robert Habeck, che è anche ministro dell’Economia e del Clima, nonché presidente del partito dei Verdi.
Anche perché, come ha ricordato lo stesso ministro e come confermato da un’analisi di Bloomberg, la produzione cumulata di quelle tre centrali atomiche compenserebbe il gas russo per una quota minimale, tra il 2 e il 3 per cento. Habeck ha aperto alla possibilità di prolungare la vita di una centrale in Baviera, ma solo se da appositi stress test emergerà che ciò garantirebbe stabilità nella fornitura di elettricità in inverno. E ha auspicato che la Germania elimini gradualmente i fossili per puntare sempre di più sulle rinnovabili. Ma questo sui giornali italiani non l’abbiamo letto.