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    La Germania pensa a leggi più severe sulla vendita di armi da fuoco dopo la strage di Monaco

    La proposta di alcuni politici tedeschi arriva in risposta all'attacco al centro commerciale che ha causato la morte di dieci persone e il ferimento di altre 27

    Di TPI
    Pubblicato il 24 Lug. 2016 alle 11:36 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:14

    Un gruppo di politici tedeschi ha chiesto controlli più severi sulla vendita di armi da fuoco, in risposta all’attacco di venerdì 22 luglio all’interno del centro commerciale di Monaco di Baviera.

    Gli inquirenti si interrogano su come il responsabile della strage, Alì David Sonboly, 18 anni, fosse venuto in possesso di un’arma da fuoco con la quale ha ucciso nove persone prima di suicidarsi. 

    Con sé aveva una pistola Glock semi-automatica e più di 300 proiettili. 

    Il ministro dell’Interno, Thomas de Maiziere giunto il giorno dopo l’attacco sul luogo della sparatoria, ha dichiarato di voler rivedere le leggi vigenti sulla regolamentazione dell’acquisto e del possesso di armi nel paese. 

    Intanto, il bilancio ufficiale delle vittime è di nove morti – tra cui tre cittadini del Kosovo, tre turchi e un cittadino greco – mentre sono 27 le persone rimaste ferite, dieci delle quali in modo critico.

    “Dobbiamo continuare a fare tutto il possibile per limitare e controllare in maniera ancora più rigorosa l’accesso alle armi da fuoco”, ha sottolineato il vice-cancelliere Gabriel, alla guida del partito socialdemocratico tedesco. Egli ha inoltre ribadito come le autorità tedesca stiano indagando a fondo sulla vita del diciottenne, con doppia nazionalità iraniana e tedesca, nel tentativo di far luce e capire come sia riuscito a procurarsi un’arma, nonostante evidenti segni di squilibri psicologici significativi. 

    “Il controllo sull’acquisto e il possesso di armi è una questione chiave”, ha ribadito Gabriel. 

    La Germania, tuttavia, per quanto riguarda la normativa sull’acquisto e sul possesso di armi da fuoco, è regolamentata da alcune leggi considerate tra le più severe in Europa, secondo quanto è emerso in un recente rapporto stilato dalla Us Library of Congress. 

    La legislazione è stata rafforzata in modo ancora più stringente dopo le sparatorie avvenute nel 2002 e nel 2009, rispettivamente nella scuola di Erfurt, capitale della Turingia, dove morirono 18 persone soprattutto studenti, e in quella di Winnenden, a 20 chilometri da Stoccarda. Qui un ex studente compì una strage uccidendo 16 persone. 

    Secondo la normativa in vigore in Germania, chi ha un’età inferiore ai 25 anni e vuole acquistare un’arma dev’essere necessariamente sottoposto a una valutazione psichiatrica prima di essere considerato idoneo. 

    Inoltre, non tutte le armi possono essere acquistate. Per esempio, le armi automatiche sono state vietate in maniera categorica, mentre quelle semi-automatiche sono generalmente vietate, salvo per attività come la caccia o nei poligoni di tiro. 

    Nonostante i controlli rigorosi, il paese ha registrato uno dei tassi più alti al mondo di detentori di armi, secondo quanto rivelato da un’inchiesta del quotidiano tedesco Spiegel condotta nel 2013. La Germania, sulla base dei dati raccolti, si è posizionata quasi dietro gli Stati Uniti, la Svizzera e la Finlandia. 

    Secondo l’indagine, al primo posto tra gli stati tedeschi che hanno registrato un significativo numero di armi detenute si colloca la Baviera (1 milione), seguono la Westfalia e Baden-Württemberg. 

    Il ministro dell’Interno tedesco ha ribadito in un’intervista al quotidiano Bild di voler rivedere le leggi sull’acquisto di armi, cercando di apportare miglioramenti laddove sia necessario. “Per noi è fondamentale capire come il responsabile abbia guadagnato l’accesso alla pistola per compiere la strage”, ha sottolineato de Maiziere.

    Se per un verso alcuni politici mirano a imporre una stretta maggiore sul possesso di armi da fuoco, dall’altra il ministro dell’Interno dello stato della Baviera, Joachim Hermann, ha avanzato l’idea di autorizzare l’impiego dell’esercito in emergenze future, come eventuali attacchi terroristici. 

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