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    Germania: un gruppo di famiglie di origini palestinesi denuncia il cancelliere Olaf Scholz per “complicità in genocidio” a Gaza

    L'azione legale è diretta anche contro la ministra degli Esteri Annalena Baerbock, il ministro della Difesa Boris Pistorius e il ministro dell’Economia Robert Habeck

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 24 Feb. 2024 alle 12:32

    Un gruppo di legali che assistono alcune famiglie di origine palestinese residenti in Germania ha presentato ieri una denuncia penale contro il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la ministra degli Esteri Annalena Baerbock, il ministro della Difesa Boris Pistorius e il ministro dell’Economia Robert Habeck, accusando i vertici del governo di Berlino di “complicità in genocidio” per aver sostenuto l’offensiva militare di Israele e autorizzato l’esportazione di armi per un valore di 350 milioni di dollari a favore dello Stato ebraico.

    “Presentiamo una denuncia penale contro i vertici del governo tedesco per il crimine di favoreggiamento e complicità nel genocidio contro il popolo palestinese a Gaza attraverso la fornitura di armi a Israele e la concessione dei relativi permessi di esportazione di materiale bellico”, hanno fatto sapere ieri gli avvocati coinvolti nell’azione legale durante una conferenza stampa tenuta a Berlino.

    La denuncia è stata presentata presso la Procura federale di Karlsruhe, nel sud-ovest della Germania, città che è anche sede della Corte costituzionale tedesca. “I nostri governi in Europa hanno l’obbligo legale di non fornire a Israele alcun sostegno nel perpetrare l’attuale genocidio contro il popolo palestinese a Gaza”, ha detto Nadija Samour all’agenzia di stampa turca Anadolu, uno degli avvocati coinvolti nell’azione legale. “Tutto ciò deve finire e questo è quello che speriamo di ottenere andando in tribunale. Questa causa invia un messaggio chiaro ai funzionari tedeschi: non si può continuare a rimanere complici di tale crimine senza subirne le conseguenze”.

    L’azione legale si basa sul pronunciamento della Corte internazionale di Giustizia de L’Aja, che il 26 gennaio scorso ha chiesto a Israele di “impedire” atti di genocidio nella Striscia definendo “plausibili” alcune delle istanze presentate dal Sudafrica, che accusa lo Stato ebraico di violare la relativa Convenzione delle Nazioni Unite a Gaza.

    “A seguito di quella sentenza, la Germania, come altri Stati terzi, ha il chiaro obbligo di prevenire il genocidio e i funzionari pubblici tedeschi dovrebbero usare la loro influenza e impiegare tutti i mezzi legali a loro disposizione per condizionare Israele affinché si astenga da atti genocidi”, ha aggiunto Samour.

    Berlino, ha ricordato il legale, è tra firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio ed è giuridicamente obbligata a prevenire questo specifico crimine e altri crimini di guerra e contro l’umanità. “Nel 2002, il parlamento tedesco ha approvato una legge, chiamata Codice dei crimini internazionali”, ha sottolineato Samour.
“Secondo quella norma, la Germania ha il chiaro obbligo di prevenire il genocidio e i funzionari pubblic tedeschi dovrebbero usare la loro influenza e impiegare tutti i mezzi legali a loro disposizione per influenzare Israele affinché si astenga da atti genocidi”.

    “Questa è una responsabilità dello Stato tedesco ma poiché questa non viene presa sul serio, siamo qui per ricordare loro che non esistono doppi standard. Le vittime palestinesi meritano giustizia come le altre vittime in tutto il mondo e noi le sosterremo”.

    Tra i promotori dell’azione legale c’è anche Nora Ragab, una ragazza tedesca di origini palestinesi che ha perso uno zio a Gaza sotto i bombardamenti israeliani. “Non possiamo essere semplici spettatori e restare a guardare”, ha detto Ragab ad Anadolu. “Cercheremo, con quanti più strumenti possibili a nostra disposizione, di esercitare realmente pressione sul governo o sugli attori internazionale affinché pongano fine al genocidio”, ha aggiunto. “Possiamo scendere in piazza, possiamo protestare, ma pensiamo anche che sia importante intraprendere azioni legali per ritenere responsabile delle proprie azioni anche il governo tedesco”.

    L’iniziativa è sostenuta dallo European Legal Support Center (ELSC) , nonché dal Palestine Institute for Public Diplomacy e dalla Law for Palestine under the Justice & Accountability for Palestine Initiative.

    Il governo tedesco ha respinto le accuse di genocidio contro Tel Aviv. Intanto, sempre ieri, un gruppo di esperti dell’Onu ha dichiarato che “qualsiasi trasferimento di armi o munizioni a Israele”, che lo Stato ebraico possa “utilizzare a Gaza probabilmente viola il diritto umanitario internazionale e deve cessare immediatamente”.

    “Gli Stati devono pertanto astenersi dal trasferire qualsiasi arma o munizione – o parti di esse – se si prevede, dati i fatti o modelli di comportamento passati, che potrebbero essere utilizzate per violare il diritto internazionale”, si legge nell’appello. Oltre 29.500 palestinesi sono stati uccisi e più di 69.600 sono rimasti feriti a Gaza dal 7 ottobre 2023, la maggior parte dei quali erano donne e bambini. “Israele ha ripetutamente mancato di rispettare il diritto internazionale”, hanno denunciato gli esperti dell’Onu.

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