Il ministro dell’interno tedesco Thomas de Maiziere ha annunciato durante una conferenza stampa che la Germania ha reintrodotto momentaneamente i controlli alla frontiera con l’Austria per contrastare l’ingente flusso di migranti che negli ultimi mesi sta interessando il Paese.
Solo nella giornata di sabato più di 13mila persone sono arrivate a Monaco di Baviera. I collegamenti ferroviari con l’Austria, che erano stati interrotti, sono ora ripresi.
Secondo De Maiziere il provvedimento temporaneo servirebbe a regolarizzare gli ingressi e a svolgere regolarmente le procedure ordinarie di identificazione.
Domenica 13 settembre il vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel aveva avvertito che il flusso di persone stava diventando troppo massiccio e che la situazione iniziava ad essere difficile da gestire.
La Germania aveva precedentemente sospeso il trattato di Dublino per i richiedenti asilo siriani, sostenendo che avrebbe accolto tutti quelli che avrebbero fatto richiesta di asilo nel Paese, incrementando notevolmente il numero di rifugiati diretti in territorio tedesco.
Secondo il giornalista della BBC Damien McGuinness, questo provvedimento servirebbe a mettere pressione agli altri stati membri dell’Ue sull’adozione di una politica comunitaria di controllo e redistribuzione dei migranti secondo quote fisse.
Il fatto poi che il ministro De Maiziere abbia annunciato che la Germania “inizierà dal confine meridionale con l’Austria,” sembrerebbe mettere in guardia gli stati europei sulla possibilità dell’estensione dei controlli anche alle altre frontiere del Paese.
La Germania appartiene all’area regolamentata dai trattati di Schengen, secondo cui sono aboliti i controlli doganali sulle persone che transitano tra 26 stati dell’Unione europea.
Secondo il trattato è possibile interrompere momentaneamente il provvedimento reintroducendo i controlli alle frontiere per motivi di sicurezza od ordine pubblico.
L’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti dei rifugiati, ha messo in guardia gli stati dell’Ue avvisandoli dei possibili rischi che derivano da una frammentazione legislativa tra i vari stati membri sulla regolamentazione dei propri confini. Il rischio maggiore è difatti quello di abbandonare i migranti in un “limbo legale” che li lascerebbe in balia del sistema legislativo europeo.
Oggi, lunedì 14 settembre, si terrà una riunione speciale tra i ministri degli Interni dei vari stati membri dell’Ue per discutere di una politica migratoria comunitaria da adottare per fronteggiare la crisi dei rifugiati in Europa.
Mercoledì 9 settembre il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker aveva annunciato la necessità di un cambiamento delle politiche comunitarie sull’immigrazione avanzando anche delle proposte di riforma.
Si immagina che nel corso del 2015 saranno circa 800mila i migranti che arriveranno in Germania.
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