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    Georgia: il partito al potere vince le elezioni ma l’opposizione, l’Osce e l’Ue contestano il voto

    Il primo ministro della Georgia, Irakli Kobakhidze, il cui partito Sogno georgiano ha vinto le elezioni legislative contestate dalle opposizioni. Credit: AGF

    Ma il premier Irakli Kobakhidze assicura: “L’integrazione europea resta prioritaria”. Atteso oggi a Tblisi il primo ministro ungherese Viktor Orban, unico a congratulatarsi con il partito al potere "Sogno georgiano" per la "schiacciante vittoria"

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 28 Ott. 2024 alle 11:02

    Il partito al potere in Georgia, “Sogno georgiano” che sostiene il premier Irakli Kobakhidze, ha vinto le elezioni legislative tenute sabato 26 ottobre nel Paese del Caucaso, un risultato contestato dalle file dell’opposizione da cui si sono levate voci contro il “voto rubato” e le interferenze dalla vicina Russia e da alcuni osservatori internazionali, provenienti anche dall’Unione europea, che hanno denunciato le “pressioni” subite dagli elettori.

    Intanto il capo del governo ha tenuto a ribadire la volontà di Tblisi di aderire all’Ue mentre oggi è atteso nella capitale il premier ungherese e presidente di turno del Consiglio europeo, Viktor Orbán, che si è congratulato con il suo collega georgiano per la vittoria elettorale malgrado le critiche mosse dai vertici comunitari contro il processo di voto.

    I risultati
    Secondo i dati annunciati ieri sera dal presidente della Commissione elettorale centrale georgiana Giorgi Kalandarishvili, il partito del premier ha ottenuto il 53,08% dei voti contro il 37,58% della coalizione di opposizione filo-europea. Il governo dovrebbe poter contare su 91 dei 150 seggi del Parlamento di Tblisi, una maggioranza sufficiente per governare ma inferiore alla soglia dei tre quarti dei deputati necessari per modificare la Costituzione.

    Secondo Kalandarishvili, la consultazione “si è svolta in un contesto calmo e libero”, nonostante diversi episodi di violenza denunciati sui social network da alcuni attivisti locali. “Non riconosciamo i risultati distorti di queste elezioni rubate”, ha dichiarato invece in conferenza stampa Tina Bokoutchava, leader del Movimento nazionale unito (Unm), uno dei quattro partiti che compongono la coalizione di opposizione, che aveva rivendicato la vittoria sulla base degli exit poll e secondo cui questo risultato avvicina il Paese caucasico a Mosca e lo allontana dall’adesione all’Ue.

    I rilievi dell’Osce e dell’Ue
    Il voto, hanno denunciato ieri gli osservatori inviati in Georgia dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) e da vari organismi dell’Ue, è stato “viziato da disparità (tra i candidati, ndr), pressioni (sugli elettori, ndr) e tensioni (dentro e nei pressi dei seggi, ndr)”. L’Osce ha schierato 529 osservatori in Georgia, tra cui una delegazione di 12 parlamentari europei, per monitorare il contesto in cui si sarebbero svolte le elezioni, compresa la copertura mediatica della campagna elettorale e le procedure di voto nel giorno delle consultazioni.

    Il partito al governo, si legge in un comunicato diramato dall’Osce, ha beneficiato di “numerosi vantaggi”, soprattutto finanziari, mentre si sono verificati “casi di compravendita dei voti” e violazioni del “segreto dell’urna”, tanto che uno degli osservatori inviati nel Paese caucausico, l’eurodeputato spagnolo Antonio Lopez-Isturiz White (Ppe), si è rammaricato per la “battuta d’arresto della democrazia” in Georgia.

    Ma anche l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, si è detto preoccupato per il risultato. In una nota congiunta con la Commissione Ue diramata ieri sera, il politico spagnolo ha affermato che le elezioni georgiane sono state caratterizzate da “un campo di gioco non uniforme, una campagna divisiva in un’atmosfera polarizzata e significative preoccupazioni per l’impatto delle recenti modifiche legislative sul processo elettorale”.

    Negli ultimi mesi, la maggioranza al governo nel Paese caucasico ha infatti approvato una serie di leggi, definite “russe” dall’opposizione, ritenute incompatibili da Bruxelles con il diritto comunitario. Tra queste una norma contro gli “agenti stranieri” che limita il lavoro dei media e delle ong, e una che mette a rischio i diritti della comunità Lgbtqi+, provocando numerose e partecipate proteste di piazza nella capitale. Questo genere di legislazione aveva portato negli scorsi mesi l’Ue a sospendere il processo di adesione georgiano.

    La riposta di Tblisi
    Rispondendo a queste critiche, in un’intervista a Euronews, la parlamentare della maggioranza di Kobakhidze nonché presidente della Commissione per l’integrazione nell’Ue, Maka Botchorishvili, ha sostenuto che il processo elettorale è stato “corretto”. “Tutte le condizioni per una regolare competizione sono state soddisfatte dalle autorità georgiane e dalla Georgia in generale”, ha affermato la deputata di Sogno Georgiano. 

    “Ogni partito politico ha avuto la possibilità di fare campagna elettorale e di conquistare la fiducia dei cittadini georgiani”, ha aggiunto Botchorishvili, secondo cui – per la prima volta – i seggi elettorali sono stati dotati di scanner elettronici, un “sistema elettronico introdotto proprio per non dare spazio alle speculazioni”.

    Pur riconoscendo i diversi “incidenti” segnalati dagli osservatori internazionali, compresi episodi di intimidazione e tentativi di interferenza nelle operazioni di voto, la parlamentare ha ribadito che per mettere in discussione il voto “è necessario presentare esempi concreti per individuare un potenziale problema in atto”.

    Quindi la deputata ha ribadito che il partito al governo vuole procedere sulla via dell’integrazione europea “in modo pacifico e con dignità”. “Vogliamo attuare ciò che abbiamo promesso ai nostri cittadini per procedere pacificamente, con dignità, sviluppo economico e migliori condizioni per i nostri concittadini verso l’Unione europea”, ha aggiunto Botchorishvili, affermando che le nuove, contestate leggi approvate da Tblisi riguardano solo “la trasparenza e nient’altro”.

    “L’unico obiettivo di questa legislazione è informare la società georgiana, mantenere trasparente il processo politico e salvaguardare lo sviluppo democratico della Georgia”, ha sottolineato la parlamentare. “È assolutamente importante mantenere uno sviluppo democratico stabile in Georgia per garantire il nostro futuro europeo. Quindi la trasparenza è una delle cose che ci aiuterà”.

    Una posizione ribadita questa mattina in conferenza stampa anche dal premier Irakli Kobakhidze. “La nostra principale priorità in termini di politica estera è, naturalmente, l’integrazione europea”, ha detto Kobakhidze, affermando che “si aspetta una ripresa delle relazioni” con Bruxelles, dopo le forti tensioni degli ultimi mesi. “Sarà fatto di tutto per garantire che la Georgia sia pienamente integrata nell’Ue entro il 2030”, ha promesso il premier, che in Europa però ha ancora un alleato: il primo ministro ungherese Viktor Orban, atteso oggi in visita a Tblisi e finora l’unico leader dell’Ue a congratularsi per la “schiacciante vittoria” elettorale di Sogno georgiano. 

    “Il popolo della Georgia sa cosa è meglio per il proprio Paese e oggi ha fatto sentire la propria voce!”, aveva scritto prima ancora della pubblicazione dei risultati elettorali sui social Orban, che oggi sarà accompagnato in Georgia da una delegazione composta dai ministri degli Esteri Peter Szijjarto, dell’Economia Marton Nagy e delle Finanze Mihaly Varga. Una visita che metterà ancora una volta in luce le forti differenze in politica estera tra l’attuale governo dell’Ungheria e il resto del Consiglio dell’Unione, preoccupato dal riavvicinamento della Georgia alla Russia di Vladimir Putin.

    Oltre alle leggi che limitano le attività delle ong e dei media e alle norme contrarie ai diritti delle minoranze omosessuali, nell’Ue preoccupano infatti le posizioni di alcuni esponenti di Sogno Georgiano, come l’ex premier e presidente del movimento al governo Bidzina Ivanishvili, che ha definito l’Occidente un “partito della guerra globale”, che tratterà la Georgia come “carne da cannone” dopo la guerra del 2008.

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