Il 24 aprile è la data convenzionale con cui si ricorda l’inizio del massacro degli armeni per mano dell’esercito ottomano.
La notte tra il 23 e il 24 aprile del 1915 cominciavano i primi arresti degli armeni più influenti di Costantinopoli.
CHI SONO GLI ARMENI?
Il popolo armeno ha origini molto antiche, tanto che già nel VII secolo a.C. questa popolazione, stanziata nell’area tra la catena montuosa del Caucaso e l’Anatolia, era identificata col nome di “Armeni” e il loro territorio come “Armenia”.
— GUARDA LA GALLERY: oggi ricorre il centesimo anniversario dall’inizio del genocidio degli armeni, che costò la vita a un milione e mezzo di persone. Le foto storiche dell’Armenian National Institute
Nel I secolo a.C., una parte del territorio fu invasa dalle legioni romane, che vi fondarono la provincia dell’Armenia, mentre nel 301 d.C. il regno d’Armenia fu la prima nazione al mondo ad adottare il Cristianesimo come religione di stato.
Nei secoli successivi il territorio dell’Armenia fu al centro di contese tra bizantini, arabi, persiani, selgiuchidi e crociati, fino al 1514, anno in cui il territorio fu occupato dall’Impero Ottomano, al quale appartenne fino al trattato di Sevres, con cui si sciolse l’Impero Ottomano a seguito della sconfitta nella prima guerra mondiale. Solo una piccola parte dell’Armenia, nel 1828, fu ceduta alla Russia.
Per quanto riguarda la religione, la netta maggioranza degli Armeni appartiene alla Chiesa Apostolica d’Armenia, una confessione cristiana a sé stante di origine molto antica che ha la particolarità di credere nella sola natura divina – e non in quella umana – di Gesù Cristo.
IL MASSACRO ARMENO
Nel 1890 gli armeni che vivevano nell’Impero Ottomano erano circa 2 milioni. Godevano del sostegno esterno della Russia che si adoperava per rendere indipendente l’Armenia in modo da indebolire i vicini ottomani.
Nel 1894 gli armeni dettero quindi inizio a una rivolta anti-turca che sfociò in una dura repressione da parte degli ottomani, che nell’arco di due anni uccisero circa 50mila armeni. Questo episodio è detto “primo massacro armeno”.
Nel 1915, con la prima guerra mondiale iniziata da un anno, il governo dei Giovani Turchi, al potere nell’Impero Ottomano, temeva che gli armeni potessero allearsi con la Russia.
Nell’esercito russo vi erano battaglioni composti in gran parte da armeni, che iniziarono a reclutare gli armeni che vivevano sotto la dominazione turca affinché si unissero a loro nella guerra.
Infatti, i battaglioni di armeni dell’esercito russo avevano iniziato a reclutare gli armeni che vivevano sotto la dominazione turca perché si unissero loro nella guerra. Inoltre, anche la Francia finanziava gli armeni, affinché si ribellassero al potere ottomano.
I Giovani Turchi, nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915, iniziarono a far arrestare i più influenti armeni che vivevano nella capitale Costantinopoli. Ebbe così inizio il secondo massacro armeno, considerato da molti storici un vero e proprio genocidio, tanto che numerosi Paesi lo riconoscono come tale. Un episodio che gli armeni definiscono Medz Yeghern, il grande crimine.
Solo in un mese, oltre mille intellettuali armeni furono deportati nell’Anatolia interna, massacrati nei campi di sterminio e strada facendo. In quel periodo, numerosi armeni, in una cifra che secondo gli storici è compresa tra i 500mila e gli 1.2 milioni, furono raggruppati, costretti a marce verso il deserto siriano e lasciati morire o uccisi.
LA QUESTIONE DEL GENOCIDIO
Lo storico polacco Raphael Lemkin ha definito il massacro degli armeni del 1915 con il termine di genocidio, sostenendo si tratti del primo caso della storia in cui uno stato ha pianificato lo sterminio di un popolo.
Il genocidio armeno è definito ufficialmente tale da 22 Paesi, compresa l’Italia. Gli Stati Uniti al momento non definiscono questo massacro come un genocidio, ma il presidente Barack Obama, prima di essere eletto alla Casa Bianca, si era espresso in favore di un riconoscimento in questo senso.
LA POSIZIONE DELLA TURCHIA
Secondo la Turchia, i morti nel massacro sono stati 200mila, numero decisamente inferiore rispetto a quello riportato dagli storici.
Il Paese ritiene inoltre che che non si sia trattato di uno sterminio sistematico, bensì di una risposta all’insurrezione armena necessaria alla difesa delle proprie frontiere.
In Turchia, inoltre, parlare di “genocidio” riguardo il massacro degli armeni è considerato un reato, punibile con una pena tra i 6 mesi e i 2 anni di carcere per il reato di “vilipendio all’identità nazionale”. Nel 2005 fu per questa ragione processato Orhan Pamul, uno dei principali scrittori turchi viventi, che aveva rilasciato a una rivista svizzera dichiarazioni in questo senso.
LA POSIZIONE ARMENA
Gli storici armeni definiscono il massacro Medz Yeghern e gli attribuiscono tutte le caratteristiche di un genocidio. Le fonti armene ritengono inoltre che le vittime del genocidio siano state 2.5 milioni.
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