A Gaza giovedì sono arrivati 40mila vaccini Sputnik V. Il camion ha varcato il valico di Rafah, con i suoi teloni colorati raffiguranti i volti delle monarchie degli Emirati Arabi Uniti. Sono loro che hanno donato alla Striscia i vaccini, dopo le pressioni e gli accordi che ha stipulato Mohammad Dahlan, ex membro del partito al-Fatah e rivale numero uno di Abu Mazen alle prossime elezioni di maggio. Dahlan vive da anni in esilio negli Emirati Arabi e ha organizzato la spedizione scavalcando le autorità palestinesi, israeliane e anche Hamas.
All’arrivo c’erano ad aspettare i responsabili sanitari di Gaza, i giornalisti e alcuni cittadini impazienti di ricevere la prima dose. “Ne avevamo un disperato bisogno – racconta Farid – che lavora all’ospedale di Gaza city – perché il virus corre veloce e noi non possiamo permetterci ulteriori chiusure. Io lavoro in un reparto pieno di malati covid – aggiunge Farid – e ho visto morire tante persone. L’unica soluzione è il vaccino. E ora potremo cominciare a immunizzare quanta più gente possibile”.
La donazione è una macchinazione politica, dicono alcuni a Gaza, perché Dahlan ha detto che presenterà una sua lista di “riformisti per Fatah” contro Abu Mazen, ma in Palestina ogni aspetto vitale è in qualche modo legato alla politica interna e agli intrecci geopolitici internazionali. “Non saranno sufficienti – racconta Amira, operatrice sanitaria presente al momento della consegna – perché a Gaza siamo circa 2 milioni, ma è un buon risultato rispetto alle poche dosi finora arrivate”.
Qualche settimana fa, infatti, Israele ha autorizzato l’arrivo di sole mille dosi del vaccino donato dalla Russia a Israele specificatamente per la Striscia. Non è arrivata nemmeno una goccia di vaccino, invece, in Cisgiordania, dove Israele da qualche giorno ha cominciato a vaccinare solo i palestinesi che vivono in territorio israeliano.
Nei prossimi giorni, però, dovrebbe arrivare una fornitura di 100mila dosi di vaccino Sinopharm donato dal governo cinese. Ad annunciarlo è stato il ministro della Salute palestinese Mai al-Kaileh, il quale ha voluto ringraziare per la donazione sia l’ambasciatore palestinese in Cina Fariz Mehdawi, sia l’ambasciatore cinese in Palestina Guo Wei. “Se non arriveranno presto questi vaccini la situazione imploderà”: a raccontarlo è Hafez al Barghouti, direttore del giornale palestinese al Hayat al Jadida. “Gli ospedali sono pieni, non ci sono più letti e i medici vanno di casa in casa per aiutare, anche se senza ossigeno c’è veramente poco da fare – spiega – e purtroppo con la variante inglese questa ondata è molto peggio delle precedenti perché adesso si stanno ammalando tutti”.
Israele finora ha negato qualsiasi vaccino alla Palestina e sta vaccinando solo coloro che lavorano in territorio israeliano o nelle colonie, molto lentamente. “Il ministero della Salute ha chiesto dosi alla Pfizer, ad AstraZeneca – spiega ancora al Barghouti – ma non abbiamo ricevuto risposta anche se più volte è stato specificato che avremmo pagato noi, che c’era disponibilità economica, ma ci hanno ignorato tutti. Intanto morivamo”. Secondo il ministero della Salute, ad oggi si sono contati ci quasi 2.450 decessi, 562 dei quali nella striscia di Gaza. E 229.065 palestinesi sono stati infettati dal virus.