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    Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”

    Un'inchiesta del Washington Post ripercorre gli ultimi attimi di vita della bambina poi ritrovata morta il 10 febbraio

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 22 Apr. 2024 alle 16:12

    Un gruppo di paramedici palestinesi chiese a Israele un passaggio sicuro per salvare Hind Rajab, la bambina di 6 anni rimasta intrappolata il 29 gennaio in un’auto colpita dall’Idf a Gaza circondata dai cadaveri dei suoi parenti morti, ma alla fine furono tutti uccisi. È quanto emerge da un’inchiesta del Washington Post, che ripercorre gli ultimi attimi di vita della bambina poi ritrovata morta il 10 febbraio.

    Hind Rajab rimase per 3 ore e mezza in attesa dei soccorsi nell’auto della sua famiglia. Una squadra della Mezzaluna Rossa Palestinese rimase in contatto telefonico con lei per tutto il tempo, rassicurandola. L’audio della telefonata in cui chiedeva aiuto aveva sconvolto il mondo intero.

    Lo scorso 29 gennaio la sua famiglia stava scappando dai combattimenti in corso nel nord di Gaza: a bordo dell’auto, insieme alla bambina, c’erano anche lo zio, sua moglie e i loro quattro figli. Durante la fuga, il mezzo finì sotto i colpi delle forze armate israeliane (Idf) e i parenti della bambina furono tutti uccisi.

    Così Hind Rajab usò un cellulare per telefonare alla Mezzaluna Rossa e chiedere aiuto: “Ci stanno sparando. Il carro armato è proprio accanto a noi”, gridava impaurita Hind nella telefonata che fece poi il giro del mondo. Intanto un gruppo di paramedici chiese alle autorità israeliane un passaggio sicuro nella Striscia per raggiungerla.

    Ma quando il 10 febbraio fu scoperta l’auto crivellata di colpi con i cadaveri della bambina e dei suoi parenti, a 50 metri di distanza fu rinvenuta anche l’ambulanza, rimasta completamente carbonizzata. Entrambi i paramedici, Yousef Zeino e Ahmed al-Madhoun, erano morti.

    Inizialmente, le Idf affermarono che quel giorno non vi erano né soldati né blindati israeliani nelle vicinanze o nel raggio di tiro
    dell’auto e che non era stato richiesto alcun passaggio sicuro per entrare nell’area. Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa
    Matthew Miller però confermò che “c’erano unità dell’Idf nella zona” ma che Israele “non era a conoscenza o non era coinvolta nel tipo di attacco descritto”.

    Il Washington Post invece ha scoperto che quel pomeriggio erano presenti nella zona veicoli blindati israeliani. Inoltre gli spari uditi mentre Hind chiedeva aiuto per telefono e i danni causati all’ambulanza erano compatibili con le armi usate dall’Idf.

    “La morte di Hind Rajab è una tragedia indicibile”, ha poi commentato il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller. “Qualcosa che non sarebbe mai dovuta accadere e che non deve succedere mai”. “Quindi quello che faremo è prendere le informazioni contenute nell’articolo del Washington Post, tornare dal governo di Israele e chiedere loro ulteriori informazioni”.

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