Migliaia di persone sono scese in strada giovedì 12 gennaio per protestare contro i continui tagli dell’elettricità nella Striscia di Gaza, in una delle più grandi manifestazioni non autorizzate nel territorio palestinese governato da Hamas da quando il gruppo islamista è salito al potere nel 2007.
Hamas ha dato prova di poca tolleranza nei confronti dei manifestanti e ha immediatamente cercato di contenere le dimostrazioni di dissenso. La polizia ha sparato in aria per disperdere la folla che lanciava pietre e ha bloccato i giornalisti che tentavano di entrare nell’area.
Un giorno prima, le autorità avevano arrestato un commediografo colpevole di aver girato un video divenuto virale in cui lamentava l’interruzione della fornitura elettrica imposta nonostante la fredda stagione invernale.
La manifestazione è iniziata nel campo rifugiati di Jebaliya ed è cresciuta in volume mentre la folla marciava in direzione della compagnia elettrica urlando slogan come “Alzate le vostre voci, i tagli all’elettricità significano morte”.
Il portavoce del ministero dell’Interno Iyad Bozom ha negato che vi siano stati feriti e ha detto che i manifestanti sono stati dispersi dalla polizia dopo che alcuni avevano iniziato a lanciare pietre contro il cordone di agenti schierato intorno all’edificio della compagnia elettrica.
La vita a Gaza sta diventando sempre più difficile per i due milioni di residenti che vivono in condizioni di sovraffollamento nella sottile striscia di territorio stretta tra Israele e il Mediterraneo.
L’arrivo al potere di Hamas, un gruppo armato che ha come obiettivo la distruzione di Israele, ha determinato la chiusura della frontiera con Israele e con l’Egitto che, tra le altre cose, ha aggravato la crisi energetica all’interno della Striscia.
Nonostante le difficoltà, le proteste contro Hamas sono state rare, in parte per la paura di una violenta repressione e in parte perché anche gli abitanti più scontenti sono convinti che non c’è alcun modo realistico per rimuovere i miliziani dal potere.
Gaza attualmente sta vivendo una delle peggiori crisi energetiche degli ultimi anni, con l’elettricità che arriva alle abitazioni al massimo per tre o quattro ore al giorno, nonostante il freddo inverno.
I residenti hanno provato a improvvisare soluzioni alternative, utilizzando per riscaldarsi vecchie stufe a cherosene o addirittura riattivando forni pubblici in disuso usati in passato per cucinare.
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