Un’esplosione si è verificata martedì 13 marzo a Gaza, al passaggio del convoglio del primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese Rami Hamdallah, che si trovava in visita nel territorio costiero. Almeno sette persone sono rimaste ferite nell’esplosione, ma Hamdallah è rimasto illeso ed è stato immediatamente allontanato dalle sue guardie del corpo.
Secondo i resoconti dei media arabi, Hamdallah stava tornando a Gaza dopo aver attraversato il valico di Beit Hanoun. Anche il capo dell’intelligence Majid Faraj si trovava a bordo del convoglio del primo ministro, ed è rimasto illeso.
La striscia di Gaza si trova sotto il controllo del movimento islamico Hamas da oltre dieci anni.
Il premier palestinese si trova a Gaza per inaugurare un impianto di desalinizzazione nella striscia, costruito come parte degli accordi di riconciliazione tra il partito di governo Fatah e Hamas.
L’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) ha immediatamente condannato l’attacco, che al momento non è stato rivendicato da nessun gruppo. Il presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, noto anche come Abu Mazen, ha accusato il movimento islamico Hamas di essere responsabile del “vile attacco”.
Hamas ha respinto su Twitter le accuse del presidente palestinese e ha condannato l’attacco “considerandolo parte del tentativo di destabilizzare la sicurezza a Gaza e di sventare gli sforzi per raggiungere l’unità nazionale”.
In seguito all’attentato, il premier Hamadallah ha dovuto interrompere la propria visita nella striscia. “Ritornerò a Gaza, nonostante quello che è successo oggi e chiedo ad Hamas di consentire al governo di controllare efficacemente la Striscia. Quello che è successo oggi non ci impedirà di continuare gli sforzi di riconciliazione”, ha detto.
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