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    Le gang di El Salvador sono la mafia dei poveri

    Un'inchiesta del giornale salvadoregno El Faro rivela quanto sia ampio il potere delle "maras" rispetto alle cifre raccolte durante gli arresti dalle autorità

    Di TPI
    Pubblicato il 21 Nov. 2016 alle 12:45 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 11:09

    Durante la notte del 27 luglio 2016, come riporta il giornale salvadoregno El Faro, le autorità dello stato centroamericano di El Salvador sferrarono il loro primo attacco contro la cosiddetta cupola finanziaria di una delle gang più sanguinarie e implacabili dell’America centrale: la Mara Salvatrucha, o MS-13, ovvero la gang che ha trasformato El Salvador nella capitale mondiale degli omicidi.

    —— Leggi anche Cosa sono le maras

    Gli Stati Uniti l’hanno paragonata a organizzazioni criminali globali come gli Zetas in Messico o gli Yakuza in Giappone, ma secondo l’inchiesta di El Faro, il loro potere è stato ampiamente sopravvalutato.

    In quella notte di fine luglio, le autorità salvadoregne dispiegarono una squadra di 1.127 ufficiali di polizia per portare a termine una serie di retate contro la Mara Salvatrucha. Furono catturati i presunti operatori finanziari della MS-13, tra cui Marvin Ramos Quintanilla, il presunto amministratore delegato, e altri due leader del gruppo, presentati ai media come potenti criminali che vivono nel lusso più sfrenato.

    L’importo totale sequestrato dalle autorità salvadoregne alla gang, durante le operazioni anti-estorsione effettuate tra il 2012 e il 2015, ammonta a circa 35mila dollari. Una somma davvero insignificante, se si considera la forte influenza – economica, politica e territoriale – attribuita all’MS-13.

    Come spiega El Faro, la sofisticazione della struttura criminale e l’influenza globale delle gang viene spesso amplificata dalle autorità, che si sentono frustrate per non essere ancora riuscite a sconfiggere la criminalità in El Salvador. Nel caso di Marvin Ramos Quintanilla, ad esempio, l’immagine che i media aveva trasmesso non corrispondeva alla realtà. Questo ricchissimo criminale viveva in affitto in una casa di cemento con il tetto di lamina e utilizzava un’Honda Civic del 2004 e un furgone Nissan grigio. Niente di più lontano dal lusso sfrenato di cui parlano le autorità.

    Secondo El Faro, il loro potere è sproporzionato rispetto alle cifre dei sequestri. Basti pensare che le gang controllano circa 247 municipi su 262, che circa il 70 per cento degli esercizi commerciali di El Salvador subiscono estorsioni e che la loro violenza, che ha costretto a migliaia di concittadini a emigrare negli Stati Uniti, costa al governo di El Salvador circa 4 miliardi di dollari all’anno, come dichiara il Banco Central de Reserva.

    L’inchiesta, realizzata da El Faro, in collaborazione con il New York Times, rivela come sia la Mara Salvatrucha che le altre gang non si possano definire vere e proprie strutture transnazionali sofisticate. Le maras sono state equiparate anche alla Camorra, ma se si devono definire mafie, allora, secondo le due testate, si può parlare solamente di una mafia dei poveri.

    El Faro è riuscito ad avere accesso ai rapporti dell’ultima retata contro la Mara Salvatrucha: dai documenti è emerso che in una settimana l’intera organizzazione dell’MS-13 aveva raccolto circa 600mila dollari. Sembrano molti, ma se questo importo dovesse essere diviso tra i circa 40mila membri della gang, ogni pandillero riceverebbe solamente 64 dollari al mese. È evidente che i guadagni, derivanti principalmente delle attività di estorsione, non sono divisi equamente all’interno della gang. E non sono pochi i leader che stentano a sopravvivere con quello che guadagnano.

    Dall’inchiesta emerge come i guadagni reali vengano soprattutto dall’estorsione e non dalla droga. Le gang vendono la droga, ma si limitano a farlo per strada. Circa tre quarti dei membri delle gang che sono stati processati per narcotraffico, sono stati accusati di detenzione di sostanze stupefacenti, di essere quindi in possesso di meno di due grammi di droga. Le organizzazioni di narcotraffico sembrerebbero non avere quindi nulla a che fare con le gang di El Salvador.

    Sono molti i ragazzi giovani affiliati alle gang ma solo i leader hanno il permesso di parlare a nome della gang. El Faro è riuscito ad intervistare un giovane membro di Barrio 18, proteggendo la sua identità. Il ragazzo non aveva mai frequentato la scuola e fa tuttora parte della gang, senza guadagnare un solo dollaro dalle sue attività. La maggior parte dei ragazzi non entrano a far parte della gang per guadagnare, ma per ottenere il rispetto dei veterani e per sentirsi parte integrante di un gruppo e ricevere la loro protezione. Eppure uscire dalle gang una volta entrati è quasi impossibile.

    Origine del fenomeno delle maras

    L’organizzazione criminale Barrio 18 affonda le sue radici nelle strade di Los Angeles, nello stato americano della California. Negli anni Sessanta i giovani messicani emigrati in California, che non venivano accettati nelle gang ispaniche già esistenti in loco, si riunirono in quella che sarebbe diventata una delle organizzazioni più estese al mondo. Secondo un rapporto del Congressional Research Service statunitense, quella del Barrio 18 fu la prima organizzazione ispanica ad accettare anche membri di altre nazionalità. 

    Anche la MS-13 Mara Salvatrucha ebbe origine a Los Angeles, negli anni Ottanta. I membri della gang, in origine, erano tutti provenienti dallo stato centroamericano di El Salvador, emigrati negli Stati Uniti a causa della crisi economica e della guerra civile che colpì il paese dal 1979 al 1992. 

    Il processo di espansione di entrambi i gruppi criminali fu accelerato, a partire dal 1996, dall’entrata in vigore dell’Illegal Immigrant Reform and Immigrant Responsability Act, riforme attuate dagli Stati Uniti che prevedeva la deportazione di tutti gli immigrati clandestini nel loro paese di origine. La maggior parte dei deportati, che erano pregiudicati, esportarono la cultura delle gang in Centroamerica e cominciarono ad arruolare ragazzi tra la popolazione locale, rinvigorendo le frange di entrambi i gruppi. 

    La deportazione ebbe un effetto moltiplicatorio. La maggior parte dei membri delle maras in Centro America, circa il 70 per cento, erano persone deportate dagli Stati Uniti. Secondo il Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti, il numero delle deportazioni di criminali verso El Salvador, Honduras e Guatemala si è quintuplicato dal 1995 al 2013, passando da 1.987 deportati a 106.420.

    Come riportato sul New York Times, nessuno sembra accordarsi sull’origine dell’odio esistente tra le due gang, che da sempre si combattono vicendevolmente. Quel che è certo è che negli anni Ottanta le tensioni esplosero in una vera e propria guerriglia urbana tra le due gang, per il controllo delle attività illecite e del territorio. 

    LEGGI ANCHE: COSA SONO LE MARAS. Hanno decine di migliaia di membri tra Stati Uniti e America centrale e sono tra le gang più pericolose al mondo

    LA PRIGIONE CENTROAMERICANA IN CUI LE GUARDIE HANNO PAURA DI ENTRARE. Esiste un carcere a El Salvador in cui sono i detenuti a gestire completamente le attività, e un fotografo ha avuto il coraggio di entrare per raccontarlo

    LE GANG CHE TERRORIZZANO L’AMERICA CENTRALE. In America centrale e negli Stati Uniti hanno decine di migliaia di membri, particolarmente conosciuti per la loro ferocia e violenza

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