Il presidente del Gambia, Adama Barrow, ha annunciato che la pena di morte sarà sospesa nel paese. “Voglio cogliere l’occasione per dichiarare una moratoria sull’applicazione della pena di morte, come primo passo verso l’abolizione”, ha dichiarato ieri Barrow in occasione delle celebrazioni per il 53esimo anniversario dall’indipendenza del paese.
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Barrow si era già impegnato per abolire la pena capitale.
“Abbiamo vinto la guerra contro la dittatura, ma è stata la parte più facile”, ha detto, riferendosi al lungo governo dell’ex presidente Yahya Jammeh.
Jammeh il primo dicembre 2016 aveva perso le elezioni presidenziali, dopo 22 anni di governo autoritario, contro il candidato dell’opposizione Adama Barrow. Dopo un’iniziale accettazione della sconfitta, il 9 dicembre ha annunciato di non voler riconoscere il risultato a causa di “serie ed inaccettabili anormalità”, scatenando pesanti reazioni in tutta l’Africa.
Il 19 gennaio 2017 Barrow giurò ugualmente come presidente nella sede dell’ambasciata del Gambia in Senegal, a Dakar. Dopo svariate minacce, tra cui quelle di un intervento militare, Jammeh riconosce Barrow e accetta di andare in esilio in Guinea Equatoriale, portando con sé 12 milioni di euro.
“La nostra più grande sfida sarà mantenere la pace per la nostra democrazia. Richiederà pazienza e tolleranza. Saranno fatti degli errori, ma saranno corretti”, ha detto il presidente esortando la popolazione a unirsi e battersi per un “Nuovo Gambia”.
La pena di morte fu utilizzata per la prima volta da Jammeh nel 2012, quando nove soldati furono uccisi da un plotone di esecuzione.
Altre nazioni francofone dell’Africa occidentale come il Benin, la Repubblica del Congo e la Guinea hanno adottato misure per porre fine alla pena di morte negli ultimi anni.
Gli attivisti sperano che altri stati seguiranno l’esempio del Gambia.
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