“Avete visto che è successo in Svezia? Nella tranquilla, pacifica Svezia. Da non crederci!”. Con queste parole il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante il suo comizio a Melbourne il 19 febbraio, ha inventato un attentato non c’è mai stato, scatenando l’ironia dei social. E a poco è servito il tentativo di mettere una pezza da parte dello stesso Trump, che in un tweet aveva spiegato di far riferimento a una “storia trasmessa da Fox News sugli immigrati e la Svezia”.
Con l’hashtag #JeSuisIKEA il web si è scatenato e ha tirato in ballo i mobili Ikea e le polpette svedesi per ironizzare sulla gaffe del presidente degli Stati Uniti. L’immagine più ricorrente è quella di un piatto di polpette svedesi, pieno “prima dell’attacco terroristico” e vuoto dopo l’attentato inesistente. Altra immagine che spopola sui social network, e in particolare su Twitter, è quella di Trump che consulta un catalogo Ikea.
Ikea e le polpette svedesi sono gli argomenti più citati su Twitter per prendere in giro Trump dopo la sua uscita sul paese scandinavo.
“In memoria di tutte le polpette che sono state massacrate nella terra delle fake news di Trumplandia”, scherza un utente. Non mancano i riferimenti ai mobili Ikea, per cui la Svezia è conosciuta in tutto il mondo: “Prega per la Svezia”, si legge in un post in cui si vede la scritta “Help” composta con mobili della nota multinazionale dell’arredo.
“Trump che riesce a inimicarsi anche il paese più pacifico del mondo. Fantastico”, ironizza un altro utilizzatore di Twitter. “Dopo la polizza a sua insaputa, la casa a sua insaputa, Trump crea l’attentato in Svezia a insaputa della Svezia”, scrive David Pryor chiamando in causa anche le vicende della politica italiana.
C’è poi chi, come il sito svedese Aftonbladet, ricorda a Trump tutto ciò che è veramente successo in Svezia nella giornata di venerdì quando, secondo quanto detto dal presidente degli statunitense in un primo momento, sarebbe avvenuto l’attentato. Da un uomo che si è dato fuoco a uno che è morto dopo un incidente sul lavoro passando per la chiusura di una strada a causa delle condizioni atmosferiche.
Niente a che vedere, però, con attentati e problemi di sicurezza nel paese.
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