Proprio mentre il Senato russo approvava all’unanimità l’annessione dei territori ucraini di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, il generale Igor Konashenkov, capo del Dipartimento dell’informazione e delle comunicazioni esterne del Ministero della difesa nonché portavoce ufficiale dello stesso, dipingeva un quadro roseo della campagna militare. Ma mentre nel corso del briefing giornaliero presso il ministero non venivano menzionate le perdite dell’esercito, alle sue spalle una mappa aggiornata sulla posizione delle truppe mostrava chiaramente lo sfondamento degli ucraini da Nord, lungo il fiume Dnepr. Una ammissione dell’efficacia della controffensiva ucraina, certificata con la riconquista di villaggi tra cui Davydov Brod, Staroselye, Bolshaya Aleksandrovka, Velyka Oleksandrivka, Novopetrivka. I russi stanno ora ripiegando verso Nova Kachovka, città strategica sulla riva sinistra del Dnepr.
Opinionisti, blogger, giornalisti e militari russi diffondono su Telegram messaggi di sconforto: “Non abbiamo abbastanza uomini, siamo stanchi. I territori non li teniamo più, non ci saranno buone notizie nel prossimo futuro”, “Ci hanno chiuso a tenaglia”, “Ci ritiriamo”, si legge. Secondo quanto riferito dalla Cia, Putin sarebbe “spalle al muro”, una circostanza nella quale il presidente russo rischia però di diventare “pericoloso”. Il Times infatti parla della possibilità del Cremlino di ricorrere ad armi tattiche nucleari e di un imminente “test atomico” nei pressi del confine con l’Ucraina da utilizzare come “gesto dimostrativo”. Dal fronte opposto invece l’ufficio di Zelensky mantiene massimo riserbo sull’andamento delle controffensive a Est e Sud.
A Kiev è stato inoltre firmato un decreto che impedisce di intrattenere negoziati con la Russia finché Putin sarà al Cremlino. Sullo zar anche le pressioni del leader ceceno Ramzan Kadyrov, che dopo la sconfitta russa a Lyman se l’è presa con i vertici militari accusandoli di essere “sconnessi dalla realtà”. Secondo l’analista russo Andrej Pertsev, Kadyrov starebbe progettando insieme al capo e fondatore della Brigata mercenaria Wagner, Evgenij Prigozhin, di rovesciare il ministro della Difesa Sergej Shojgu.