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    Fuori dal Commonwealth

    Il Gambia esce dal Commonwealth. La tv di Stato ha definito l'organizzazione intergovernativa "un'istituzione neocoloniale"

    Di Laura Lisanti
    Pubblicato il 3 Ott. 2013 alle 10:18 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 08:12

    Il governo di Banjul ha deciso di ritirare il Paese dal Commonwealth, l’organizzazione che riunisce 54 paesi prevalentemente anglofoni e con un passato coloniale britannico. Lo annuncia la televisione di stato in un comunicato in cui si sottolinea che il Gambia “non farà mai più parte di un’istituzione neocoloniale né di un’istituzione che rappresenta un prolungamento del colonialismo.” Non sono state fornite altre spiegazioni dal governo, ma il provvedimento avrà effetto immediato.

    Non è chiaro quali siano i motivi che risiedono dietro la decisione. Forse uno di questi è la tensione di lunga data tra il Presidente gambiano Yahya Jammeh, giunto al potere nel 1994 grazie ad un colpo di Stato, e il Regno Unito.

    Alcune fonti di stampa internazionale hanno fatto dei riferimenti anche al rifiuto da parte di Banjul, nel 2012, di creare una Commissione su diritti umani, media e lotta alla corruzione dopo il richiamo di Amnesty International.

    Il caso del Gambia è singolare. L’ultimo Paese ad aver lasciato il Commonwealth fu nel 2003 lo Zimbabwe. Rwanda e Mozambico invece sono i due Paesi ammessi di recente: il primo nel 2009, il secondo nel 1995.

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