La centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, in Giappone, ha ripreso a contaminare le acque locali con materiale altamente radioattivo.
Domenica 22 febbraio la Tokyo Electric Power Co. (Tepco), la compagnia che gestisce la centrale, ha riscontrato un livello di contaminazione delle acque 70 volte superiore al normale.
La scoperta è avvenuta mediante un controllo delle acque provenienti dalla centrale e che fluiscono in un canale di scolo fino a raggiungere una baia vicina.
La centrale di Fukushima, che sorge sulla costa orientale dell’isola nipponica di Honshu, è il luogo dove nel 2011 avvenne uno dei più gravi disastri ambientali nella storia del Paese.
A causa del terremoto di Sendai e Tōhoku che si verificò l’11 marzo 2011, e che presentò scosse sismiche di magnitudo 9 sulla scala Richter, i reattori 1, 2 e 3 della centrale di Fukushima si fusero, diffondendo nell’ambiente agenti chimici altamente radioattivi.
Dopo l’allarme di domenica scorsa la Tepco ha chiuso il canale di scolo in questione e sostiene che nessun agente radioattivo sia arrivato fino all’oceano Pacifico.
Tuttavia, la contaminazione delle acque nell’area della centrale nucleare di Fukushima rimane una delle questioni più importanti da risolvere.
— La Tepco ammette che le acque sotterranee hanno contaminato l’oceano
Nel febbraio 2014, 100 tonnellate di acqua contenente materiale radioattivo sono fuoriuscite dalla centrale. L’anno precedente, in un evento simile, la quantità fuoriuscita fu di 300 tonnellate.
A causa del disastro ambientale, più di 160mila residenti locali sono stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni.
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