Il 26 agosto la Colombia e il Venezuela hanno raggiunto un accordo e promesso una maggiore cooperazione per contrastare i traffici di contrabbando tra i due Paesi, in seguito alle tensioni diplomatiche provocate dalla decisione del governo venezuelano di chiudere la frontiera e deportare oltre mille cittadini colombiani.
Il 20 agosto due contrabbandieri colombiani hanno ucciso tre soldati venezuelani, che stavano pattugliando il villaggio di San Antonio del Tachira, al confine tra Colombia e Venezuela. Poche ore dopo l’attacco, il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha ordinato la chiusura temporanea di due dei principali punti di passaggio tra i due Paesi.
Il governo venezuelano ha inoltre espulso oltre mille cittadini di nazionalità colombiana residenti nel Paese che, secondo quanto riporta l’agenzia Afp, non avevano un visto regolare. Nel 2015 oltre 10mila colombiani si sono rifugiati in Venezuela, per sfuggire alla guerra civile e cercare migliori opportunità economiche.
Il 24 agosto il ministro dell’Interno colombiano Juan Fernando Cristo ha accusato il presidente Maduro di aver causato una tragedia umanitaria, deportando famiglie che vivevano da anni in Venezuela. La chiusura della frontiera ha inoltre provocato una grave crisi nella città di Cucuta, la cui economia dipende quasi totalmente dal commercio tra i due Paesi.
La frontiera tra Venezuela e Colombia è quotidianamente utilizzata da contrabbandieri, trafficanti di esseri umani e narcotrafficanti. Nell’ultimo anno il governo venezuelano ha arrestato oltre 6.000 persone per attività di contrabbando e ha sequestrato circa 28mila tonnellate di cibo.
“Abbiamo oltrepassato il limite con le continue aggressioni di gruppi armati e contrabbandieri”, ha detto Maduro, riferendosi ai trafficanti che comprano a basso costo beni di prima necessità in Venezuela e li rivendono a un prezzo rialzato oltre il confine.
L’accordo siglato dal ministro degli Esteri della Colombia e quello del Venezuela prevede la creazione di una task force che controllerà i passaggi di frontiera tra i due Paesi, per contrastare i flussi di migranti irregolari e i traffici di contrabbando.
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