Siria, il premier francese: ‘La rinascita dello Stato islamico è inevitabile’
“La rinascita dello Stato Islamico è inevitabile”. È la dura conclusione a cui è giunto il premier francese, Edouard Phillipe, parlando all’Assemblea nazionale delle conseguenze dell’offensiva turca nel nord della Siria. E punta il dito anche contro il ritiro degli Stati Uniti dalla Siria nord-orientale.
Questo intervento è “devastante per la nostra sicurezza collettiva – ha detto Phillipe – con l’inevitabile rinascita di Daesh nella Siria nord-orientale e probabilmente anche altrove, nell’Iraq nord-occidentale, con la conseguente destabilizzazione di un regime che non ne aveva certamente bisogno”.
Il premier francese, nel suo intervento al Parlamento, ha accusato anche gli Stati Uniti di aver favorito l’offensiva turca nel momento in cui hanno deciso di ritirare mille soldati precedentemente schierati in Siria.
“Il caos che comincia ad emergere favorirà il riemergere dell’Isis“, ha poi avvertito Philippe, riprendendo lo stesso messaggio pronunciato dal presidente Emmanuel Macron durante un colloquio telefonico con l’omologo Usa, Donald Trump.
E come detto oggi anche dal ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, queste decisioni “mettono a repentaglio cinque anni di sforzi della coalizione” internazionale contro l’Isis, coalizione di cui gli stessi americani erano parte integrante.
Siria, la posizione della Francia
La Francia è stata tra gli stati membri più proattivi dell’Ue nell’opporsi all’operazione militare turca contro i curdi siriani. Il presidente della Turchia Receip Tayyp Erdogan li considera terroristi. Il governo francese è stato il primo a intervenire tagliando la fornitura di armi al suo alleato della Nato e mettendo sul tavolo le sanzioni.
Per il momento, invece, “il tema delle sanzioni alla Turchia non è in agenda” del prossimo Consiglio europeo. Lo rivela una fonte ben informata del governo di Berlino, parlando della prossima sessione di giovedì 17 ottobre.
Si “parlerà dell’invasione della Turchia”, prosegue la fonte, ma non di sanzioni. Tuttavia, data la fluidità della situazione nella regione e i cambiamenti giorno per giorno, non è nemmeno possibile escludere del tutto questa misura, si precisa da Berlino.