In Francia non si fermano gli scioperi e le proteste contro la riforma del lavoro. I lavoratori delle ferrovie francesi inizieranno oggi, 31 maggio, alle ore 19 una nuova giornata di scioperi, prorogabile di giorno in giorno, che paralizzerà la rete dei trasporti nazionale.
Il presidente francese Francois Hollande ha insistito sul fatto che non si farà marcia indietro sulle riforme, che mirano tra le altre cose a rendere più facile assumere e licenziare dipendenti. “È una legge progressista utile al nostro paese”, ha detto lui.
Lo sciopero nazionale vede coinvolti agenti di polizia, insegnanti, funzionari pubblici, ferrovieri, guardie carcerarie, oltre agli operai degli impianti petroliferi e le centrali nucleari. Il 3 giugno inizierà anche lo sciopero dei lavoratori aeroportuali.
Il primo ministro Manuel Valls ha cancellato la sua visita ufficiale in Canada.
Secondo l’ufficio del turismo di Parigi, gli scontri tra i manifestanti e la polizia rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione del turismo in città, allontanando i visitatori.
“Le scene di azione di guerriglia nel centro di Parigi, trasmesse in tutto il mondo, rafforzano la sensazione di paura e incomprensione” dopo gli attacchi terroristici dello scorso novembre che hanno ucciso 130 persone a Parigi, ha dichiarato l’ente turistico.
Tuttavia, secondo i media francesi, il 46 per cento dei francesi si è schierato contro la riforma, sostenendo la necessità di scioperi e proteste, nonostante creino disagi alla vita quotidiana.
I lavoratori del trasporto metropolitano potrebbero decidere di prolungare lo sciopero fino al giorno dell’inizio dei campionati europei di calcio che inizieranno il 10 giugno allo stadio Saint-Denis di Parigi.
Il 14 giugno, quando i senatori francesi cominciano a discutere il pacchetto di riforma, i sindacati hanno intenzione di organizzare una “grandissima manifestazione nazionale” a Parigi.
La “Confédération générale du travail” (Cgt) sta conducendo l’azione di protesta, sostenuta da altri sindacati, tra cui Forza Ouvrière e Unef. Il sindacato più moderato Cfdt è uno dei pochi a sostenere la controversa riforma.
I punti principali della proposta di legge:
– La settimana lavorativa rimane di 35 ore, ma sarà solo un orario di media. Le imprese possono negoziare con i sindacati locali più o meno ore settimanali, fino a un massimo di 46 ore.
– Alle imprese è dato un margine più ampio per ridurre la paga. Alle imprese è data una maggiore libertà per ridurre la paga
– Sono previste condizioni più facili per licenziare i lavoratori. In teoria questa mossa ha l’intento di far sì che le aziende possano decidere di assumere con più facilità se in seguito possono licenziare i dipendenti in caso di difficoltà economiche.
– I datori di lavoro hanno inoltre un margine di manovra per negoziare ferie e congedi speciali come ad esempio quello matrimoniale o di maternità, che attualmente sono fortemente regolamentati.
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