La guerra della pesca: cosa sta succedendo nella Manica tra Francia e Regno Unito
Un giorno dopo il 200° anniversario della morte di Napoleone, Regno Unito e Francia sono tornate a sfidarsi nel canale della Manica, arrivando a schierare navi militari per una disputa sui diritti di pesca. Una curiosa rievocazione post-Brexit delle contese di inizio ottocento per il controllo dei mari, terminata dopo poche ore con il ritiro dei circa 50 pescherecci francesi che si erano radunati di fronte al porto di Jersey, minacciando un blocco navale sull’isola situata a 22 chilometri dalla costa della Normandia.
In risposta alla protesta dei pescatori contro i nuovi requisiti imposti da Jersey, stamattina Londra aveva inviato nella dipendenza della Corona britannica le due navi militari HMS Severn e HMS Tamar, una decisione a cui la Francia aveva risposto schierando due motovedette.
“Tocca ai ministri”
Dopo aver tenuto colloqui con le autorità del territorio autonomo, che dipende dal governo britannico per la propria difesa, i pescatori hanno deciso di lasciare il porto di Saint-Helier, capitale di Jersey, e rientrare verso la Francia. “Ora tocca ai ministri trovare un accordo. Non potremo fare molto”, ha detto uno dei pescatori ad Afp, affermando che le autorità di Jersey “sono rimaste sulle loro posizioni”.
I pescatori contestano i nuovi requisiti per il rilascio delle licenze per la pesca dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. L’interpretazione restrittiva data dalle autorità di Jersey all’accordo per regolare la Brexit ha portato a una forte riduzione del numero di licenze concesse a partire dalla settimana scorsa.
Le proteste sono state sostenute dalle autorità francesi, che accusano il Regno Unito di non aver dato seguito all’accordo entrato in vigore il 1° gennaio che avrebbe garantito ai pescatori francesi il diritto di continuare a operare una volta ottenute le licenze dalle autorità britanniche.
Anche la Commissione europea ha dichiarato che le nuove condizioni che limitano le attività dei pescherecci europei non rispettano l’accordo. Secondo una portavoce, “fino a quando non avremo ricevuto ulteriori giustificazioni dalle autorità britanniche, riteniamo che non debbano essere applicate”.
Minacce “inaccettabili”
A dare inizio alla recente escalation è stato l’annuncio lo scorso martedì 4 maggio della ministra del Mare francese Annick Girardin che la Francia potrebbe tagliare le forniture di elettricità a Jersey in risposta alle misure. Una presa di posizione che il governo britannico aveva definito “inaccettabile”, promettendo un “sostegno senza equivoci” a Jersey.
Il primo ministro britannico Boris Johnson ha specificato nelle scorse ore che l’invio delle navi da guerra è stata solo “precauzionale”. Stamattina il ministro francese per gli Affari europei, Clement Beaune, aveva dichiarato che la Francia non sarebbe stata “intimidita” dalle manovre. “La nostra volontà è non alimentare tensioni ma avere un’applicazione rapida e completa dell’accordo” per l’uscita del Regno Unito dall’UE, ha detto Beaune ad Afp.
Il ministro degli Esteri di Jersey, Ian Gorst, ha evidenziato come “la risposta a questa soluzione è continuare a parlare e fare diplomazia”, anche se è “importante rispondere alle minacce”.
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