Francia, prendono sole in topless e la polizia le obbliga a rivestirsi
Polemica in Francia dopo che la polizia locale ha obbligato alcune donne che stavano prendendo il sole in topless a indossare la parte alta del costume su una spiaggia di Sainte Marie de la Mer, nel Sud del Paese. A difendere le bagnanti è stato lo stesso ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, che sull’account ufficiale del dicastero ha ribadito il “diritto di prendere il sole in topless” in spiaggia, sottolineando che “la libertà è un bene prezioso”. “È senza fondamento che sia stata contestata la tenuta da spiaggia di due donne. È anche normale riconoscere quando si fa un errore”, ha aggiunto il ministro.
E subito sono arrivate la scuse della portavoce della gendarmeria nazionale, Maddy Scheurer, che su Twitter ha scritto: “Mi vedrete sempre in uniforme, ma la pratica del topless è autorizzata”. Sulla dinamica dell’episodio la direzione della gendarmeria ha poi precisato che gli agenti sono intervenuti a seguito della lamentela di una famiglia che era a disagio per la presenza di una signora sessantenne che prendeva la tintarella a seno nudo vicino alla loro postazione. “È stato un intervento maldestro, ma gli agenti hanno cercato di calmare la situazione” hanno scritto in un post Facebook i vertici delle forze dell’ordine della città balneare.
La polemica è rimbalzata anche sui social network, dove centinaia di utenti hanno accusato le forze dell’ordine di essere state troppo dure con le donne, in un Paese in cui il divieto di indossare il monokini (e cioè solo la parte inferiore del costume da bagno) è caduto negli anni ’70. “Sainte Marie la Mer è ora diventata l’Arabia Saudita?”, ha scritto qualcuno, sottolineando la “strisciante pudicizia” del Paese. Oggi in Francia meno del 20 per cento delle donne sotto i 50 anni prende il sole a seno nudo, contro il 28 per cento di dieci anni fa e il 43 per cento del 1984, e il dato si attribuisce anche al timore di subire molestie sessuali. Secondo un recente sondaggio Ifop riportato da Agi, invece, in Spagna la pratica riguarda il 50 per cento delle donne e in Germania il 34 per cento.
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