Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Monsieur anti-Macron: chi è Jordan Bardella, delfino di Marine Le Pen e leader dell’estrema destra francese

    Credit: AGF

    Nonno ciociaro e mamma torinese. L’astro nascente dell’estrema destra si definisce per tre quarti italiano. Ma la sua famiglia ora è il clan Le Pen. Ecco da dove viene e a cosa mira il presidente 28enne del Rassemblement National

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 28 Giu. 2024 alle 14:34

    Nel partito lo chiamano il “piccolo Marine”, lui invece in privato si rivolge a Le Pen come la “Regina”. Jordan Bardella ha solo 28 anni ma è già considerato da molti l’anti Emmanuel Macron, con cui dovrà fare i conti a luglio quando potrebbe diventare il prossimo primo ministro di Francia. Il presidente del Rassemblement National, la formazione di estrema destra guidata da Marine Le Pen favorita alle prossime legislative del 30 giugno, deve tutto alla sua leader. Tanto per cominciare è uno di famiglia: dal 2020 la sua compagna è Nolwenn Olivier, figlia della sorella maggiore di Marine, Marie-Caroline, e di Philippe Olivier, suo consigliere storico, nonché cugina di Marion Maréchal. Ma la sua storia politica, seppur breve, comincia molto prima.

    A dar retta al suo amico avvocato Pierre Gentillet, no-vax convinto e ammiratore di Vladimir Putin, Bardella aveva poco più di dieci anni quando iniziò a interessarsi di politica. Era l’autunno del 2005 e per le strade di mezza Francia andavano in scena le rivolte delle banlieue. Non era da meno la zona popolare dove viveva a Drancy, a nord-est di Parigi, nel dipartimento di Seine-Saint-Denis noto come il “93”, la zona con il più elevato tasso di disoccupazione del Paese. Allora, secondo Gentillet, Bardella avrebbe capito «che non è possibile alcuna riconciliazione tra la Francia, le sue periferie e i suoi immigrati». A dieci anni.

    Paradossale perché anche lui è figlio di immigrati. Allora i suoi genitori erano già separati e Jordan si divideva tra i due nei fine settimana: entrambi italiani, il padre Olivier, un piccolo imprenditore di Montmorency con origini ad Alvito in provincia di Frosinone, e la madre impiegata d’asilo nido nata a Torino da una famiglia del borgo operaio di Nichelino. Ma Bardella non nasconde le sue origini, anzi. Spesso e volentieri si presenta come «un figlio dell’immigrazione, un francese dal sangue misto, italiano al 75%». Ma sempre francese.

    Il ragazzo è talmente precoce che a soli 16 anni si iscrive al Front National di Le Pen, con l’approvazione di mamma Luisa perché ancora minorenne. In quello stesso anno, nel 2012, Marine si candida per la prima volta all’Eliseo, arrivando terza. Appassionato di videogiochi, soprattutto di “Call of Duty”, in quegli anni Jordan prende le redini della sezione giovanile del FN 93 sostenendo un altro candidato ammiratore di Putin, Aymeric Chauprade, amico di Alain Soral, ideologo franco-elvetico del movimento “Uguaglianza & Riconciliazione”, che sogna un’alleanza tra i fondamentalisti cristiani e i gruppi islamici conservatori contro le battaglie per i diritti civili. Intanto si diploma in un liceo privato e si iscrive anche a un corso di laurea in Geografia alla Sorbona, che lascerà nel 2018 per seguire la sua vocazione politica.

    Tre anni prima infatti, nel 2015, Bardella è già a capo della sezione dipartimentale del Front National e viene eletto consigliere regionale nella lista locale del partito guidata dal tesoriere del FN, Wallerand de Saint-Just. Nel 2016, con l’approvazione di Soral, fonda la web-tv “Banlieue patriote” riciclando le sue doti da intrattenitore, che non erano bastate per diventare un influencer su YouTube.

    Poi, a soli 20 anni, diventa portaborse del deputato Jean-François Jalkh, noto per le sue posizioni negazioniste sull’Olocausto, e in questo stesso periodo si avvicina a Frederic Chatillon, storico consigliere dei Le Pen, iniziando a frequentarne la figlia Kerridwen. Da qui ha accesso alla tenuta di Montretout, a Saint-Cloud, covo della più importante famiglia dell’estrema destra francese, dove trova la sua attuale compagna. Così Marine lo nota e nel 2017, un anno prima di cambiare nome al movimento in Rassemblement National, lo nomina portavoce del partito.

    Quindi Bardella diventa presidente dell’ala giovanile finché nel 2019 Le Pen non lo candida come capolista alle Europee, facendone il secondo eurodeputato più giovane della storia dell’Ue dopo aver superato di mezzo milione di voti la lista macronista guidata da Nathalie Loiseau. Due anni dopo viene nominato vicepresidente del RN e l’anno successivo sconfigge con quasi l’85% dei voti lo sfidante Louis Aliot, diventando presidente del partito, che porterà al trionfo alle ultime Europee di giugno e, chissà, forse anche alle prossime legislative.

    Il volto giovane di Bardella e soprattutto il suo cognome consentono accordi ancora impensabili per chi ricorda il patriarca Jean Marie Le Pen, le sue amicizie con le SS, l’antisemitismo e le accuse di torture in Algeria. Tanto che Jordan avvicina i Repubblicani e interviene tranquillamente alla HEC Paris, una specie di Bocconi francese, a cui Marine non è mai stata invitata. Ma come spiegò il vicepresidente del Parlamento di Parigi, Thomas Menage, «finché ci sarà Le Pen al vertice, non cambierà nulla», Bardella «sarà presidente ma deciderà comunque Marine».

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version