In Francia 727 minatori del carbone sono stati indennizzati perché hanno temuto per anni di ammalarsi per esser stati esposti dalla loro azienda a delle sostanze tossiche. La sentenza della a Corte d’appello di Douai è arrivata dopo una vicenda giudiziaria di otto anni. Ai gueules noires, i “musi neri” della Lorena – regione al confine con Belgio, Germania e Lussemburgo – sono stati riconosciuti 10mila euro a testa, come spiega un articolo di Daniele Castellani Perelli pubblicato su Repubblica.
I giudici francesi hanno ritenuto sussistente il cosiddetto préjudice d’anxiété, un concetto sancito nel 2010 dalla giurisprudenza nazionale e inizialmente previsto solo per l’esposizione all’amianto, ma che da un paio d’anni è applicato anche in altri contesti. Si tratta di una situazione di angoscia e inquietudine permanente dinanzi al rischio di ammalarsi in qualsiasi momento, che va a pregiudicare la propria salute mentale.
Ben 320 malattie professionali, soprattutto cancri e silicosi, erano state riconosciute ai 727 minatori, che erano stati esposti a polveri di legno e carbone, particelle d’amianto, fumi di locomotive diesel e emanazioni di liquidi tossici, che hanno generato “un rischio elevato di sviluppare una patologia grave”, come riconosciuto a gennaio scorso dai giudici francesi. Uno degli avvocati dei minatori, Jean-Paul Teissonnière, ha parlato di “un grande successo”, “frutto della tenacia dei minatori, davanti all’inerzia dei poteri pubblici”.
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