Mercoledì 1 agosto, la Francia ha definitivamente approvato la nuova legge sul diritto d’asilo e l’immigrazione con 100 voti a favore e 25 sfavorevoli. Il testo aveva già ottenuto la maggioranza in Parlamento, l’Assemblea Nazionale, e il sì definitivo mette fine a un lungo, e tormentato, percorso di discussione tra la maggioranza e l’opposizione.
Il disegno di legge, proposto dal ministro dell’Interno Gerard Collomb, era stato fortemente criticato dalle associazioni in difesa dei diritti dei migranti e aveva mostrato le prime crepe in seno alla maggioranza. Anche molti membri di La République En Marche!, il partito del presidente Emmanuel Macron, avevano espresso criticità.
Il testo ambisce a ridurre la durata della procedura per ottenere la protezione internazionale, a facilitare i respingimenti di chi non ha avuto lo status di rifugiato e a migliorare le condizioni di accoglienza, e di protezione, per chi invece l’ha ottenuto. La sinistra, e una parte della maggioranza, ha criticato il testo definendolo “repressivo” e non adatto a tutelare i diritti dei migranti.
“Ci siamo dati gli strumenti per preservare il diritto d’asilo che, altrimenti, non sarebbe stato garantito come invece sta accadendo in altri paesi europei”, ha detto il ministro Collomb, commentando il risultato.
Per i partiti di destra, invece, il testo non è adeguato e “non è in grado di affrontare la gravità del fenomeno migratorio”.
Secondo quanto proposto, si accorciano notevolmente i tempi per depositare la domanda d’asilo, che passano da undici a sei.
Inizialmente, il governo aveva previsto di diminuire anche le tempistiche previste per fare ricorso nel caso di un rigetto della domanda d’asilo, che passa da trenta giorni a due settimane. Questa disposizione, che era una delle più contestate, è stata poi eliminata.
Per facilitare i respingimenti alla frontiera, la legge prevede che i migranti siano trattenuti in centri di detenzione per una durata massima di quarantacinque giorni, che possono essere aumentati fino a novanta giorni in caso di necessità.
La detenzione, che sarebbe prevista anche per i bambini, è uno dei punti maggiormente criticati dalla sinistra e dai movimenti in difesa dei diritti umani, che hanno definito la legge “disumana”.
A giugno la la Corte costituzionale francese ha giudicato incostituzionale il “reato di solidarietà” e ha dichiarato che, in nome del “principio di fraternità”, non può essere perseguito chi offre un sostegno disinteressato a un migrante irregolare. Era stato Cédric Herru, il simbolo dell’accoglienza in Val Roja, al confine francese con l’Italia, ha chiedere che il reato venisse abolito.
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