La Francia blocca l’esportazione dell’opera di Cimabue “Cristo deriso”
Il “Cristo deriso”, opera del pittore italiano Cimabue, non tornerà in Italia né tantomeno andrà a chi lo aveva acquistato tramite un’asta: la Francia, infatti, ha deciso di bloccarne l’esportazione classificandolo come “tesoro nazionale”.
Il dipinto ha una storia molto particolare. Per anni, infatti, il quadro è rimasto appeso sopra i fornelli della cucina di un’anziana signora di Compiegne, a nord di Parigi.
La donna pensava si trattasse di una semplice icona, ma si è dovuta ricredere quando nel settembre del 2019 il responsabile di una casa d’aste, che si era recato nell’appartamento della signora per valutarne il mobilio, lo ha notato.
Successivamente, il quadro è stato analizzato nei laboratori del famoso critico d’arte Eric Turquin, il quale ha attribuito l’opera a Cimabue.
Secondo gli esperti, il piccolo dipinto (26×20) faceva parte di un dittico del 1280 che aveva 8 pannelli simili di scene legate alla Passione di Cristo. Le altre immagini sono già conosciute: la Flagellazione di Cristo, conservato alla Frick Collection di New York e la Vergine col bambino in Trono che si trova invece alla National Gallery di Londra.
Il “Cristo deriso”, poi, lo scorso novembre è stato acquistato all’asta da anonimi collezionisti Usa per 24,2 milioni di euro.
Un affare ora bloccato dal governo francese che, come rivelato dal The Guardian, ha deciso di bloccare l’esportazione dell’opera di Cimabue.
Le autorità, infatti, hanno classificato il dipinto come “tesoro nazionale”: ora, per legge, i francesi hanno 30 mesi di tempo per trovare i fondi necessari per riacquistare il quadro.
L’intenzione del ministro della Cultura transalpino è quello di esporre il quadro nel museo del Louvre di Parigi, dove si trova già la “Maestà” del pittore italiano.
Il provvedimento, secondo il ministro Franck Riesterci, “Ci dà il tempo per mobilitare tutti gli sforzi volti a far restare quest’opera eccezionale nelle nostre collezioni nazionali”.
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