La Francia avrebbe rinunciato ad avere un ambasciatore apertamente gay in Vaticano. Laurent Stefanini, capo del protocollo della Presidenza della Repubblica francese, era stato indicato a gennaio come possibile ambasciatore francese in Vaticano, ma la Santa Sede non aveva mai accettato la sua candidatura.
Fonti interne all’Eliseo rivelano che, dopo nove mesi di tensioni diplomatiche, Stefanini non sarebbe più candidato come ambasciatore in Vaticano. François Hollande però “non presenterà nessun nuovo candidato fino al 2017”, quando scadrà il mandato di François-Xavier Tilliette, vice ambasciatore che sta attualmente coprendo il posto vacante.
Il Vaticano non ha mai ufficialmente rifiutato la candidatura di Stefanini, ma abitualmente le credenziali di un diplomatico vengono accettate entro due settimane. Questo non è mai avvenuto per Stefanini, nonostante la sua proposta fosse sostenuta anche dall’arcivescovo di Parigi.
Entrambi la Francia e il Vaticano non hanno mai voluto commentare ufficialmente la vicenda.
“C’è una grande contraddizione tra le aperture di Papa Francesco nei confronti degli omosessuali e il rifiuto della candidatura di Laurent Stefanini. Non è un’attitudine molto caritatevole”, ha dichiarato lo storico e vaticanista francese Philippe Levillain in un’intervista al quotidiano Libération.
“Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?” aveva dichiarato il Papa all’inizio del suo pontificato. Tuttavia nel suo recente viaggio negli Stati Uniti, il pontefice aveva creato molta polemica volendo incontrare anche Kim Davis, l’impiegata della contea di Rowan, nel Kentucky, che si era rifiutata di autorizzare i matrimoni delle coppie omosessuali nonostante questi siano stati legalizzati in tutto il Paese lo scorso giugno.