Il bilancio dei morti accertati provocati dall’inondazione e conseguente frana che nelle prime ore del 14 agosto ha colpito la città di Freetown, capitale della Sierra Leone, ha superato il numero di mille persone, fra cui centinaia di bambini.
Lo fa sapere il ministero per le emergenze del paese africano. Secondo le autorità locali, con ogni probabilità “non si saprà mai con certezza” quanti siano i morti.
Dal giorno del disastro, team dell’Unicef hanno risposto alle esigenze del grande numero di bambini e famiglie colpite, in particolare fornendo acqua potabile e igiene e distribuendo aiuti, tra cui medicinali, tende e guanti.
Nella notte tra il 13 e il 14 agosto, a Freetown le abbondanti precipitazioni hanno fatto crollare un’intera collina della città travolgendo le centinaia di abitazioni, abusive, costruite sulle sue pendici. La valanga di fango si è poi riversata sul sottostante quartiere di Regent.
Si stima che oltre 3mila persone abbiano perso le loro abitazioni.
Le inondazioni non sono insolite in Sierra Leone, dove spesso le abitazioni più pericolanti vengono spazzate via dalle forti precipitazioni. Nel 2015, a Freetown sono morte dieci persone per le frane.
La tragedia ha scatenato polemiche nei confronti del governo, accusato di non aver imparato dai disastri del passato.
Il video amatoriale mostra la forza impetuosa del fiume di fango che inonda la città:
Le immagini pubblicate su Twitter mostrano persone che vagano per le strade e Freetown completamente invasa:
“Increasingly frequent deluges disproportionately affect those living in informal settlements” #Freetown #floods https://t.co/vVgG9I8ocX pic.twitter.com/QvGUxrkcYy
— Jamie Hitchen (@jchitchen) 14 agosto 2017
Flooding in Freetown, Sierra Leone pic.twitter.com/2g6zEVdkbC
— Francis Reffell (@francisreffell) 14 agosto 2017