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    Il canale della morte: il fotoreportage sulla strage nella Manica su TPI

    Il servizio fotografico di Gonzalo Fuentes Moreno e Henry Nicholls sul nuovo settimanale TPI-The Post Internazionale

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 4 Dic. 2021 alle 18:09

    Maryam aveva 24 anni, era nata nel Kurdistan iracheno e aveva percorso oltre 3.700 chilometri solo per raggiungere il fidanzato Karzan, che si era stabilito nel Regno Unito, dove più volte aveva richiesto un visto per la compagna. La sua vita invece è finita nel canale della Manica, a causa del naufragio di un gommone carico di migranti, in cui sono morte 27 persone. Soprannominata dalla famiglia «Baran» – che in curdo significa «pioggia» – la ragazza è la prima vittima identificata dellaffondamento del 24 novembre 2021 al largo del porto di Calais, a cui sono sopravvissute due persone tratte in salvo dalle autorità francesi.

    REUTERS/Gonzalo Fuentes

    Poco altro si sa dei 17 uomini, 7 donne e 3 minori deceduti nelle acque gelide tra Francia e Gran Bretagna, ma la tragedia – la più sanguinosa del genere mai avvenuta nel Canale – ha riacceso le polemiche tra Parigi e Londra. Il governo britannico ha offerto più di 62 milioni di euro per aumentare i pattugliamenti oltremanica, ma non ha istituito canali legali per richiedere asilo nel Regno Unito. LEliseo rivendica invece gli oltre 1.500 arresti di trafficanti registrati nellultimo anno, ma non riesce a risolvere il problema dei campi illegali allestiti nei boschi tra Calais e Dunkerque.

    REUTERS/Henry Nicholls
    Quest
    anno più di 25mila persone hanno già attraversato la Manica su imbarcazioni di fortuna, oltre tre volte il totale del 2020. Intanto, Decathlon ha ritirato canoe e kayak dai punti vendita nel nord della Francia per impedire ai migranti di servirsene nella traversata. Ma le partenze non si fermano. Il fotoreportage sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui
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