Per festeggiare il suo sesto anniversario di matrimonio, l’artista australiano James Needham ha realizzato un quadro che lo ritrae insieme alla moglie in uno spaccato di vita quotidiana.
Lui è seduto sul wc e tiene fra le mani un libro, lei con indosso una canotta e in slip si lava i denti. Si guardano complici e sembra stiano scambiando qualche parola. Il tutto avviene con la massima naturalezza.
“Mia moglie mi ha fatto notare che non avevo mai dipinto noi due insieme, quindi per il nostro sesto anniversario ho pensato che fosse arrivato il tempo di dipingere una grandiosa ode all’amore”, ha raccontato lo stesso Needham.
Il dipinto è stato poi pubblicato dalla moglie di Needham su Imgur e Instagram e ha raggiunto in poco tempo il milione di visualizzazioni e condivisioni sul web.
Come sempre succede, dinanzi a questa immagine si sono immediatamente scatenate reazioni di ogni tipo: c’è chi ha criticato l’opera, e chi invece ha visto in essa la più sincera rappresentazione dell’amore, nonché l’essenza stessa dell’intimità e della complicità di coppia. Altri invece si sono domandati se fosse giusto o meno “scoprirsi in quel modo” difronte al proprio partner. Un marito e sua moglie che condividono insieme azioni naturali e fisiologiche quotidiane in un spazio generalmente visto come intimo e riservato.
Al di là dell’empatia o meno suscitata dall’immagine nel complesso, una critica in particolare ha suscitato particolare interesse. Quella scritta e pubblicata da Jonathan Jones, critico dell’arte britannico, nella sua rubrica sul quotidiano The Guardian.
Secondo l’autore, il successo dell’opera dimostra come nell’era digitale l’arte pittorica per eccellenza, quella rappresentata da artisti come Degas o Monet, sia stata soppiantata da un culto popolare per opere che di artistico hanno ben poco, sacrificando pertanto l’estetica e la bellezza oggettiva per qualcosa che non ne possiede, e riducendo così oltre 600 anni di storia dell’arte – dal Rinascimento in poi – a un semplice selfie.
“Alcuni pittori hanno fatto un uso brillante della fotografia, trasformando le immagini del mondo intorno a noi in qualcosa di più monumentale e permanente”, ha scritto il critico inglese citando artisti come Degas, Andy Warhol o Gerhard Richter. “Needham, invece, abbassa il dipinto alla trivialità di un autoscatto”. Tanto che secondo Jones, non vi sarebbe alcuna differenza fra il ritratto dell’artista australiano e un selfie pubblicato sui social da Kim Kardashian.
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