Sta facendo discutere in rete e sui media internazionali una
foto recentemente comparsa giovedì 17 novembre in un tweet di un reporter della
CNN, poi cancellato, che rappresentava l’incontro del presidente eletto degli
Stati Uniti Donald Trump con il primo ministro giapponese Shinzo Abe.
Il problema della foto non risiedeva però nell’evento in sé,
svoltosi a New York all’interno della Trump Tower, dove al momento Trump
risiede, ma nel fatto che la figlia secondogenita di Trump, Ivanka, 35 anni,
era presente all’incontro.
Anche l’agenzia Reuters ha diffuso un’altra foto, che mostrava
come senza ombra di dubbio sia Ivanka che suo marito, Jared Kushner, fossero
entrambi presenti, e la questione ha avuto forte risonanza vista la
possibilità, data per certa, che per evitare conflitti d’interessi, sarà
proprio Ivanka Trump a gestire l’impero del padre ora che questi è presidente
degli Stati Uniti.
Inoltre, la foto sarebbe stata fornita dall’Ufficio
Relazioni esterne giapponese, visto che la stampa statunitense che si occupa di
coprire le news riguardanti il presidente eletto non era stata ammessa alla
riunione.
Il fatto che i giornalisti non fossero presenti ha fatto sì
che nulla si sia saputo con certezza riguardo ai temi affrontati dai due capi
di governo, ma le foto dimostrano in ogni caso che Ivanka Trump, nonostante non
abbia al momento alcun ruolo governativo, fosse presente, e questo potrebbe
essere un segnale di eventuali conflitti d’interessi, nel caso la Trump
Organization traesse qualche vantaggio dalle relazioni col Giappone, terza forza
economica mondiale.
Le leggi americane che proibiscono il nepotismo negano a
Ivanka la possibilità di assumere un ruolo formale alla Casa Bianca, ma i media
sembrano preoccupati all’idea che Trump possa aver inviato un segnale al
Giappone e al mondo, ovvero che fare affari con Ivanka sia un buon viatico per
ottenere un trattamento preferenziale nelle relazioni internazionali con gli
Stati Uniti.
In alto, la prima, e qui la seconda delle due foto contestate dalla stampa:
(Credit: Cabinet Public Relations Office/Reuters)