Un uomo con indosso una felpa verde giace in terra sulla strada, privo di sensi, mentre uno stivale corazzato di un poliziotto in assetto antisommossa sta per colpire con violenza la sua testa, poggiata sul bordo del marciapiede. La scena è stata documentata da Ben Curtis, fotografo dell’agenzia di stampa AP, di base a Nairobi, in Kenya.
Lunedì 27 maggio Curtis e altri giornalisti erano tra la folla di manifestanti riunitisi per protestare contro la Commissione elettorale accusata di brogli, intenti a riprendere e documentare quanto stava accadendo per le strade di Nairobi. A un certo punto, un uomo con la felpa verde scappa da un edificio, la polizia lo insegue e inizia a picchiarlo con un manganello.
L’uomo a terra si chiama Boniface Manono, vive a Gachie, alla periferia di Nairobi, e ha raccontato ai media di essersi recato in città quel giorno per sostenere un colloquio con una società di taxi, presso Mirage Plaza, in pieno centro. Una volta terminato l’incontro, l’uomo si stava dirigendo alla stazione degli autobus quando i gas lacrimogeni lo hanno raggiunto.
La reazione immediata è stata quella di scappare. “Ho deciso di cambiare direzione senza sapere che degli agenti di polizia in assetto antisommossa erano lì davanti a me”.
“Sono scappato, ma alcuni poliziotti mi hanno inseguito e uno di loro mi ha fatto lo sgambetto. Mi hanno poi picchiato con i bastoni e mi hanno lasciato lì, privo di sensi. Mi sentivo impotente”, ha precisato Manono, il quale sostiene che si trovava lì per caso e giura di non aver nessun legame con i manifestanti.
È iniziata così la sequenza di immagini violente riprese dalla macchina fotografica di Curtis. Manono è stato preso a bastonate e a calci. Poi l’attimo immediatamente precedente al momento in cui lo stivale del poliziotto sta per colpire la sua testa. A causa di questa immagine, la polizia del Kenya è ora accusata di eccessivo uso della forza nel sedare le rivolte e pertanto è sotto inchiesta.
Here is a clip of Boniface Manono aka “Ngatia” walking away after his beating cc @bonifacemwangi #JusticeForNgatia pic.twitter.com/27HTk2yPJp
— Polycarp Hinga® (@PolycarpHinga) 17 maggio 2016
La Commissione nazionale del Kenya per i diritti umani ha dichiarato di aver avviato un’indagine sugli attacchi ingiustificati della polizia contro i manifestanti, sottolineando che l’impiego della forza da parte dello stato dovrebbe rappresentare l’estrema e ultima risorsa.
Anche dagli uffici della polizia di Nairobi sono giunte le condanne. Joseph Boinnet, l’ispettore generale di polizia, ha dichiarato di voler aprire un’indagine interna per determinare in che misura gli agenti abbiano infranto la legge, abusando della forza per sedare i rivoltosi.
Tuttavia gli episodi di violenza da parte della polizia non si limitano al caso in cui è stato coinvolto Manono. Altri video realizzati nella stessa giornata di lunedì mostrano gli agenti in assetto antisommossa che inseguono i manifestanti e li prendono a calci, mentre questi ultimi tentano di fuggire.
L’ambasciata degli Stati Uniti a Nairobi e Amnesty International hanno condannato la violenza, sostenendo che la Costituzione del Kenya protegge il diritto alla libertà di espressione e di protesta pacifica.
“I brutali pestaggi della polizia hanno visto un uso arbitrario della forza, che è illegale secondo le leggi regionali”, ha detto Muthoni Wanyeki, direttore regionale di Amnesty International per l’Africa orientale.
Perché protestano in Kenya?
Nelle ultime settimane ci sono state diverse proteste nella capitale del Kenya indette dai sostenitori del leader dell’opposizione Raila Odinga, uscito sconfitto dalle elezioni presidenziali del 2013, che hanno invece visto trionfare Uhuru Kenyatta eletto con il 50,07 per cento dei voti.
I manifestanti sono scesi in strada a Nairobi per protestare contro l’attuale governo e per chiedere lo scioglimento della Commissione elettorale in vista delle presidenziali in programma per il 2017.
Lunedì 27 maggio una delle tante manifestazioni che hanno coinvolto la capitale è degenerata in duri scontri con le forze dell’ordine, che sono intervenute con l’utilizzo di gas lacrimogeni. In questo contesto è stata documentata la violenza della polizia kenyota ai danni di Manono.
(Qui sotto l’intervista a Boniface Manono)