La Fondazione Clinton è stata lodata in passato come strumento che contribuisce a migliorare il mondo ma è stata anche sospettata di costituire un metodo di autofinanziamento illecito per la famiglia Clinton e accusata di essere uno strumento di corruzione.
L’organizzazione benefica, che raccoglie denaro da tutto il mondo ed è gestita da un ex presidente degli Usa e da un possibile futuro presidente che ha già servito nell’amministrazione statunitense come segretario di stato, può di sicuro dare luogo a forme di conflitto di interessi e per questo è stata fonte di imbarazzo durante la campagna elettorale di Hillary Clinton.
La Fondazione
Creata dall’ex presidente statunitense Bill Clinton nel 1997, negli anni ha raccolto 2 miliardi di dollari, impiega più di 2mila dipendenti e ha un budget annuale di 223 milioni di dollari. Si tratta di una “fondazione operativa”, e questo significa che si occupa in prima persona di opere caritatevoli.
Attualmente la Fondazione ha 11 programmi focalizzati nel favorire l’agricoltura in Africa, lo sviluppo economico in America Latina, fornire aiuti ai terremotati di Haiti, combattere l’obesità minorile, ridurre i costi dei farmaci per l’Africa e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Il gruppo di valutazione delle ong Charity Watch ha dato alla Fondazione Clinton valutazione A e ha verificato che l’88 per cento dei soldi delle donazioni arriva effettivamente a finanziare i programmi. Tuttavia numerose inchieste giornalistiche, come quella del quotidiano Washington Post, hanno portato l’attenzione dell’opinione pubblica sui mezzi poco ortodossi con i quali la Fondazione si è evoluta diventando una macchina da soldi multimilionaria.
Le accuse
L’evidente conflitto di interessi della Fondazione Clinton ha portato Hillary, prima di diventare segretario di Stato, a firmare un memorandum con la Casa Bianca nel quale si impegnava a non partecipare a qualsiasi iniziativa che poteva avere “un diretto e prevedibile effetto” sulla Fondazione, a meno di una previa autorizzazione dell’amministrazione.
Nonostante le promesse, i critici della Clinton sostengono che la Fondazione abbia permesso ai suoi donatori di influenzare indebitamente l’azione di Hillary.
Nel suo libro Clinton Cash, Peter Schweizer ha indagato su come Bill e Hillary Clinton siano passati dall’essere “completamente al verde” dopo aver lasciato la Casa Bianca ad accumulare un patrimonio netto di oltre 150 milioni di dollari, con oltre 2 miliardi di dollari in donazioni alla loro Fondazione e contratti milionari pagati da società straniere. Ecco la lista dei casi più controversi, riportati dai principali media statunitensi:
1) Mettere in vendita l’accesso al Dipartimento di Stato. Delle 154 persone che hanno incontrato Hillary o hanno avuto contatti telefonici con lei, almeno 85 hanno effettuato donazioni alla Clinton Foundation. Gli 85 donatori hanno devoluto in totale 156 milioni di dollari, e almeno 40 di loro hanno versato più di 100mila dollari a testa, mentre almeno 20 hanno superato il milione di dollari. C’è dunque il sospetto che queste donazioni abbiano facilitato la possibilità di ottenere un incontro con la Clinton.
2) Ricevere donazioni sospette da altre nazioni. La Clinton sostiene di difendere i diritti delle donne e si è espressa in difesa dei diritti dei lavoratori, ma la sua fondazione ha preso soldi provenienti da nazioni che violano i diritti umani delle donne e traggono profitto dalla vendita del petrolio. Nel febbraio 2015 il quotidiano Wall Street Journal ha riportato che l’Australia, la Germania, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e un’agenzia governativa canadese che stava cercando di ottenere la costruzione dell’oleodotto Keystone XL hanno tutti fatto donazioni alla Fondazione Clinton.
Ovviamente l’Australia e la Germania non sono nazioni illiberali, ma comunque ricevere donazioni da governi stranieri appare curioso, dal momento che era noto che la Clinton avrebbe corso per la presidenza. In particolare le donazioni dall’Arabia Saudita sono preoccupanti, dal momento che la Clinton sostiene di essere una grande supporter delle donne, ma in Arabia Saudita alle donne non è consentito guidare né interagire con uomini al di fuori della loro famiglia.
3) Usare il Dipartimento di Stato per aiutare il marito. Mentre la moglie era segretario di Stato, le parcelle per i discorsi di Bill Clinton sono magicamente raddoppiate e triplicate, da circa 150mila dollari fino ai 500mila dollari per un discorso in Russia pagato da una banca legata al Cremlino e ai 750mila dollari per uno in Cina. Bill Clinton è stato pagato da una società a scopo di lucro, la Education Company Laureate, mentre la società ha beneficiato di un aumento dei finanziamenti dal Dipartimento di Stato di Hillary.
Inoltre Bill Clinton ha pronunciato numerosi discorsi pagati da individui e società con affari in corso con la Fondazione, iniziati prima che la Clinton diventasse segretario di Stato. Complessivamente Bill Clinton ha guadagnato almeno 26 milioni di dollari dai discorsi alle organizzazioni che poi hanno fatto donazioni alla Clinton Foundation.
4) Huma Abedin ha lavorato per lo Stato e la Fondazione. Per sei mesi nel 2012 Huma Abedin ha lavorato sia al Dipartimento di Stato della Clinton che alla Clinton Foundation, ma anche nell’ufficio personale di Hillary e per una società di consulenza dei Clinton. La Fondazione è stata citata in giudizio per il lavoro di Abedin, ed è stata anche oggetto di indagine da parte dell’Fbi per legami con il Dipartimento di Stato.
5) Aiuti a enti stranieri che hanno fatto donazioni alla Fondazione. Hillary Clinton era un membro della Commissione governativa per il nucleare mentre era segretario di Stato. La commissione stava lavorando a una richiesta per approvare la vendita di stock di uranio degli Stati Uniti all’agenzia di energia atomica russa Rosatom come parte di un’acquisizione transitoria di una società che attraverso una fusione precedente aveva acquisito interessi di uranio degli Stati Uniti. Rosatom aveva legami con la Fondazione Clinton; nel 2009 ha acquisito il 17 per cento di una società del Sudafrica, la Uranium One.
Nel 2007 Uranium One si è fusa con UrAsia, che era di proprietà di Frank Giustra, il quale ha dato 31 milioni di dollari alla Fondazione Clinton nel 2006 e ha garantito altri 100 milioni negli anni successivi. Nel 2005 Giustra insieme a Bill Clinton ha acquisito interessi nel settore dell’uranio in Kazakistan, ma l’ex presidente Usa ha mentito negando di averlo mai incontrato nella sua casa di New York. Anche Ian Telfer, il presidente della Uranium One quando è stata acquisita da Rosatom, ha versato 2.35 milioni di dollari alla Clinton Foundation. Si tratta di un’evidente violazione del memorandum d’intesa che i Clinton hanno firmato con l’amministrazione Obama.
Poi c’è l’affare Ubs in cui è intervenuta Hillary Clinton. La Irs (un’agenzia governativa statunitense) stava facendo causa alla banca svizzera Ubs AG per ottenere le identità degli americani che usavano la banca e incastrare i conti offshore. La storia si ripete: dopo che la Clinton è intervenuta, la Ubs ha incrementato le donazioni alla Fondazione da 60mila a 600mila dollari fino al 2014. Ha prestato 32 milioni di dollari alla fondazione per un programma per i quartieri poveri e ha pagato Bill Clinton 1.5 milioni di dollari per alcune conferenze con Bob McCann, il suo amministratore delegato della gestione delle attività finanziarie.
6) Favori a donatori e familiari. Il Washington Post ha confermato che il fratello di Hillary, Tony Rodham, era membro del consiglio d’amministrazione di una società mineraria che ha firmato un permesso per attività minerarie ad Haiti, uno dei soli due permessi assegnati in 50 anni, mentre l’allora segretario di Stato Hillary Clinton convogliava miliardi di dollari dei contribuenti per l’isola a seguito del devastante terremoto del 2010.
7) Donazioni nascoste. La fondazione di Hillary ha tenuto nascosta una donazione di 2 milioni di azioni da parte di Stephen Dattels, uomo d’affari canadese a capo della società mineraria Polo Resources: un’altra evidente violazione del memorandum d’intesa che i Clinton hanno firmato con l’amministrazione Obama.
Il “clan Clinton” e la sua rete di potere. Nella lista dei donatori milionari della Clinton Foundation troviamo organizzazioni di beneficenza come la Bill e Melinda Gates Foundation, la Rockfeller Foundation e la Pritzker Family Foundation. Molti donatori sono i cosiddetti “amici di Bill Clinton”, come il magnate dei media Fred Eychaner, il milionario della comunicazione irlandese Denis O’Brien, l’investitore egiziano Haim Saban, il proprietario di hedge fund Marc Lasry, il manager ucraino dell’acciaio Victor Pinchuk, l’imprenditore minerario e produttore cinematografico Frank Giustra.
Ma sono donatori della Fondazione anche i governi di Olanda, Kuwait, Norvegia, Australia e Arabia Saudita e le multinazionali come ExxonMobil, Cisco, Booz, Allen Hamilton, Anheuser-Busch, Coca-Cola, Barclays e TracFone Wireless. Nel 2014 un evento benefico della Fondazione si è svolto nell’auditorium della Goldman Sachs. Complessivamente più della metà dei donatori che contribuiscono con oltre un milione di dollari non vivono negli Stati Uniti.
La difesa dei Clinton. Nonostante i Clinton neghino decisamente le accuse sorte intorno alla Fondazione, sono state prese alcune misure concrete per fugare le voci. Il 18 agosto Bill Clinton ha annunciato che la Fondazione non accetterà più donazioni straniere o da aziende se Hillary sarà eletta presidente. Inoltre ha interrotto l’attività di conferenziere durante la campagna elettorale della moglie e ha precisato che non farà più parte del consiglio di amministrazione per tutta la durata del mandato della moglie. Ma secondo i critici non è ancora abbastanza.