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    Libia, trafficanti si travestono da dipendenti Unhcr per attirare i migranti

    Il piano dei trafficanti è quello di fingersi parte dello staff delle Nazioni Unite in Libia, per sequestrare i migranti e i rifugiati che sperano di raggiungere l'Europa

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 10 Set. 2018 alle 17:11 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 09:16

    “Sono in possesso di rapporti attendibili che suggeriscono come alcuni criminali siano stati individuati in punti di sbarco e centri per migranti, mentre indossavano giubbotti e altri oggetti con loghi simili a quelli dell’UNHCR, al fine di “attirare i rifugiati”.

    A dirlo in un’intervista rilasciata all’agenzia stampa francese Afp è Babar Baloch, portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr).

    Secondo una nota dell’agenzia, queste informazioni provengono da “rifugiati che riferiscono di essere stati venduti ai trafficanti in Libia e sottoposti ad abusi e torture, anche dopo essere stati intercettati in mare”.

    Il piano dei trafficanti sarebbe quindi quello di fingersi parte dello staff delle Nazioni Unite in Libia, per sequestrare i migranti e i rifugiati che sperano di raggiungere l’Europa.

    Baloch ha detto che non è ancora chiaro se i falsi dipendenti delle Nazioni Unite siano riusciti a ingannare migranti e rifugiati che successivamente hanno subito abusi. “Vogliamo che le autorità seguano queste persone”, ha detto il portavoce, aggiungendo che l’agenzia sta tuttora indagando in merito.

    A luglio, l’Oim ha fatto sapere che l’aumento del numero di migranti intrappolati in Libia causato dalle politiche europee, mette queste persone in pericolo di essere “vendute” come schiavi.

    Degli oltre 650mila migranti rimasti in Libia, non più di 9mila si trovano nei centri di detenzione controllati dalle autorità di Tripoli, un numero che negli ultimi mesi è raddoppiato a causa degli arresti effettuati dalla Guardia costiera del paese nord africano.

    Secondo l’Oim quindi, oltre mezzo milione di persone è alla mercé dei contrabbandieri.

    Il 7 giugno, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto  sanzioni contro sei trafficanti di esseri umani attivi nel paese, tra cui 4 cittadini libici e 2 eritrei, accusati di guidare alcune reti criminali e milizie che sfruttano i migranti provenienti dall’Africa sub sahariana, diretti in Europa.

    Tra i sanzionati c’è anche Abd al-Rahman al-Milad, direttore della Guardia costiera di Zawiya, accusato di essere un trafficante di esseri umani e di fermare soltanto i migranti inviati in Europa dalle organizzazioni rivali.

    Papa Francesco al ritorno dal suo viaggio in Irlanda, in volo ha parlato con i giornalisti a cui ha confessato di aver visto terribili video che mostrano le torture che subiscono i migranti in Libia.

    “Ho visto la sorte di chi viene rimandato indietro con i barconi”, aveva detto il pontefice durante la conferenza stampa.

    Il quotidiano Avvenire ha pubblicato delle forti immagini che testimonierebbero l’orrore che si compie nei “lager” libici dove vengono maltrattati i migranti.

    Le immagini mostrano uomini impiccati, frustati, appesi a testa in giù con segni di torture sul corpo. Il sito Snopes e il blogger e debunker David Puente, tuttavia, sul suo blog avanzano dubbi sull’autenticità delle immagini (vedi paragrafo in fondo).

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