Il gruppo ribelle delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) ha definitivamente archiviato la sua esistenza come gruppo armato.
I ribelli, di ispirazione marxista, hanno concluso il proprio disarmo martedì 27 giugno, consegnando tutte le armi in loro possesso alle Nazioni Unite e mettendo fine a un conflitto durato mezzo secolo, in cui sono morte più di 220 mila persone e ha causato milioni di sfollati.
Gli ormai ex guerriglieri lavoreranno ora sulla formazione di un nuovo partito politico. “Oggi non stiamo abbandonando la Colombia. Oggi stiamo rinunciando alle nostre armi”, ha dichiarato il leader Rodrigo Londoño, noto come Timochenko.
“La nostra pace è reale e irreversibile”, gli ha fatto eco Juan Manuel Santos, il presidente colombiano che ha fortemente voluto il processo di pace.
Le 7.132 armi consegnate saranno custodite fino al loro smontaggio. Il metallo sarà fuso per costruire un monumento che promuova la pace.
Secondo gli accordi con il governo, alcuni armamenti pesanti resteranno in possesso degli ex guerriglieri in 26 campi sparsi per il paese, finché l’1 agosto anche questi saranno chiusi e le armi consegnate.
“Oggi è un giorno speciale, valeva la pena diventare presidente della Colombia per vedere questo giorno”, ha dichiarato Santos, che nel 2016 è stato insignito del Nobel per la pace.
Il presidente della Colombia sta ora cercando di concludere un accordo simile con l’Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), un altro gruppo ribelle colombiano di ispirazione marxista.
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